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Referendum: Sicilia e Messina, affluenza bassa alla chiusura del primo giorno. Il Quorum è una corsa in salita

- 09/06/2025
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Alle 23 di domenica ha votato il 22,8% degli italiani. In Sicilia solo il 17,5%, ma Messina fa meglio della media regionale. Decisive le poche ore di voto di oggi, ma per raggiungere il 50% servirà un’impresa quasi impossibile.

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MESSINA – Urne aperte ancora per poche ore, ma il destino del referendum 2025 appare già fortemente indirizzato. I dati sull’affluenza registrati alla chiusura del primo giorno di votazioni, alle ore 23:00 di ieri, domenica 8 giugno, delineano un quadro di partecipazione estremamente contenuto, che rende la corsa per il raggiungimento del quorum una vera e propria impresa. A livello nazionale ha votato il 22,8% degli aventi diritto, una percentuale che, se non subirà un’improbabile impennata nella mattinata di oggi, non basterà a rendere valida la consultazione.

Come spesso accade nelle tornate referendarie, la Sicilia fa registrare una partenza ancora più lenta. Con un’affluenza del 17,5%, l’isola si posiziona in coda alla classifica nazionale, mostrando un divario di oltre cinque punti percentuali rispetto al già basso dato italiano. Un segnale chiaro di come i quesiti proposti abbiano faticato a mobilitare l’elettorato siciliano.

In questo contesto generale, spicca la parziale controtendenza del messinese. La Città Metropolitana di Messina chiude la prima giornata con un’affluenza del 18,9%, un dato superiore alla media regionale che, pur rimanendo molto basso in termini assoluti, segnala una reazione leggermente più partecipe. Il trend è confermato dal dato del Comune di Messina, che con il suo 19,8% si attesta come una delle aree più reattive dell’isola, pur restando a una distanza siderale dalla soglia richiesta per la validità del voto.

La matematica, a questo punto, è impietosa e lascia poco spazio all’ottimismo dei comitati promotori. Per raggiungere la fatidica soglia del 50% + 1, nella giornata di oggi – con i seggi aperti dalle 7 alle 15 – dovrebbe recarsi alle urne oltre il 27% degli elettori. Un’affluenza quasi impossibile da registrare nella sola fascia mattutina del lunedì, un giorno lavorativo e tradizionalmente caratterizzato da flussi molto più contenuti rispetto alla domenica.

L’attesa è ora tutta per il dato definitivo delle ore 15:00, che sigillerà ufficialmente il destino di questa consultazione. Salvo un colpo di scena che avrebbe del clamoroso, la strada appare segnata. I numeri della domenica non sono una sentenza, ma un’indicazione fortissima: il grande vincitore di questo referendum, ancora una volta, rischia di essere il partito dell’astensione.

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