
Temperature torride e vento hanno alimentato i roghi in otto province. Palermo e Agrigento le più colpite, ma l’allerta resta alta su tutto il territorio. Canadair in azione senza sosta. Si indaga sull’origine dolosa di molti focolai.

La Sicilia ha vissuto ieri, domenica 8 giugno, la prima, grave giornata di emergenza incendi dell’estate 2025. Un copione drammatico che si ripete, puntuale, con l’arrivo delle alte temperature e del vento di scirocco, che hanno trasformato vaste aree di macchia mediterranea e boschi in una polveriera. Sono stati oltre 24 gli incendi di dimensioni significative divampati su tutto il territorio, richiedendo un impegno straordinario di uomini e mezzi a terra e in aria.
Le province più colpite sono state quelle di Palermo e Agrigento. Nel palermitano, le fiamme hanno imperversato in diverse aree, da Partinico a San Giuseppe Jato, fino alle colline di Monreale e Misilmeri, tenendo in apprensione i residenti di diverse contrade. Situazione critica anche nell’agrigentino, dove due vasti fronti di fuoco hanno interessato le campagne tra Favara e la rotonda degli Scrittori e l’area boschiva di Galluzzo, tra Licata e Palma di Montechiaro, richiedendo l’intervento massiccio dei Canadair per supportare le squadre a terra. A Bagheria la Polizia Municipale è intervenuta su due distinti fronti di incendio, uno dei quali grazie alla preziosa segnalazione di un cittadino pervenuta al numero della Protezione Civile che ha permesso di portare in salvo un cagnolino da un rudere al cui interno stavano bruciando delle suppellettili di plastica. Fiamme anche a Balestrate nella zona dell’autostrada, a Misilmeri e Monte Grifone/Ciaculli.
Ma nessun territorio è stato risparmiato. Roghi importanti sono stati segnalati anche nel nisseno (4 incendi), nel catanese (3), nel siracusano (3), nel messinese (2) e nelle province di Enna e Ragusa, quest’ultima martoriata da oltre 40 interventi dei Vigili del Fuoco per incendi di vegetazione di varia entità.
La macchina dei soccorsi ha operato senza sosta. Vigili del Fuoco e operatori del Corpo Forestale hanno lottato per ore per contenere l’avanzata delle fiamme, spesso in zone impervie e difficili da raggiungere. Fondamentale, come sempre in queste condizioni, si è rivelato il supporto aereo, con i Canadair e gli elicotteri della flotta regionale che hanno effettuato decine di lanci d’acqua per abbattere i fronti di fuoco più estesi e proteggere le aree abitate.
Se il mix di caldo e vento ha creato le condizioni ideali per la propagazione, sull’origine dei roghi l’ombra che si allunga è, ancora una volta, quella della mano dell’uomo. Mentre le operazioni di bonifica e messa in sicurezza delle aree bruciate proseguono anche nella giornata di oggi, le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per accertare le responsabilità. La quasi simultaneità di molti focolai in punti strategici lascia purtroppo poco spazio ai dubbi, orientando i sospetti verso l’azione criminale dei piromani o, in alcuni casi, verso la negligenza e l’imprudenza.
Questa prima domenica di fuoco della stagione 2025 suona come un grave campanello d’allarme per i mesi a venire, confermando l’estrema vulnerabilità del patrimonio boschivo siciliano e la necessità di mantenere al massimo livello l’attenzione e le misure di prevenzione.
