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Cardiochirurgia Pediatrica, svolta dei sindacati: “Si trasferisca al Papardo di Messina”

- 23/06/2025
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Mentre si infiamma il dibattito tra la chiusura di Taormina e il problematico polo di Palermo, un fronte compatto di sigle sindacali lancia la “terza via”: spostare il centro di eccellenza all’ospedale Papardo entro il 31 luglio 2025. Una mossa che segue la proposta formale della stessa azienda ospedaliera messinese.

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MESSINA – Non più solo Taormina contro Palermo. Nella complessa e dolorosa vicenda sul futuro della Cardiochirurgia Pediatrica del Mediterraneo (CCPM), si apre ufficialmente un terzo fronte, destinato a cambiare le carte in tavola. Con una mossa a sorpresa, un compatto schieramento di sindacati della sanità ha chiesto formalmente all’Assessorato regionale alla Salute di avviare il trasferimento del centro di eccellenza non a Palermo, ma presso l’Azienda Ospedaliera Papardo di Messina.

La richiesta, forte e chiara, arriva da un’ampia rappresentanza dei lavoratori del settore: Fp-Cgil Medici, Fp-Cgil Sanità, Cimo, Fvm, Aaroi-Emac Fassid e Nursing Up. I sindacati chiedono che la Regione agisca senza ulteriori indugi, rispettando il limite temporale fissato al 31 luglio 2025 da un parere ministeriale del maggio 2024.

La mossa dei sindacati non è un’iniziativa isolata, ma segue e rafforza una proposta ufficiale già avanzata dalla stessa Direzione strategica dell’Ospedale Papardo. Si tratta, quindi, di una candidatura solida, con la piena disponibilità della struttura ospitante a farsi carico del prestigioso reparto, del suo personale e dei suoi piccoli pazienti.

Nel dettaglio, le organizzazioni sindacali chiedono alla Regione di:

  1. Avviare il trasferimento organizzativo, clinico e logistico dal “San Vincenzo” di Taormina al Papardo di Messina.
  2. Istituire un tavolo tecnico di regia regionale per governare questo complesso passaggio.
  3. Inserire formalmente la nuova collocazione della Cardiochirurgia Pediatrica all’interno della rete ospedaliera regionale, garantendone la stabilità futura.

Questa “terza via” messinese irrompe in uno scenario finora paralizzato da un dilemma apparentemente irrisolvibile. Da un lato, la chiusura del CCPM di Taormina, un centro di eccellenza vitale per la Sicilia orientale e la Calabria, condannato da un’applicazione rigida del Decreto Balduzzi. Dall’altro, il trasferimento al polo di Palermo, una soluzione minata dalle gravi criticità emerse dopo la tragica morte del piccolo Cristian e fermamente osteggiata dai genitori dei pazienti, attualmente in presidio permanente a Taormina.

La proposta di spostare il centro al Papardo si presenta come una soluzione di buon senso, capace di superare lo stallo. Manterrebbe infatti il reparto e la sua preziosa équipe medica all’interno della provincia di Messina, evitando i drammatici disagi logistici per le migliaia di famiglie del bacino orientale siciliano e calabrese. Allo stesso tempo, l’integrazione in una grande azienda ospedaliera come il Papardo potrebbe offrire una soluzione strutturale compatibile con la riorganizzazione della rete sanitaria regionale.

La palla passa ora al governo Schifani, che non può più ignorare una proposta concreta, sostenuta sia dai lavoratori che da una delle principali aziende ospedaliere della Sicilia. La “soluzione” finora tenuta segreta e accennata dal sindaco di Taormina, Cateno De Luca, dovrà ora necessariamente confrontarsi con questa nuova, autorevole, opzione sul tavolo.

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