
Il cuore della Sicilia batte per i piccoli pazienti: la lotta di un’intera comunità per non spegnere una speranza.
TAORMINA – Le famiglie dei piccoli pazienti del Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo (CCPM) di Taormina non sono sole. Una straordinaria ondata di solidarietà sta attraversando la Sicilia e l’intero Paese, unendosi alla battaglia di questi genitori per salvare un’eccellenza sanitaria dal futuro incerto. La petizione online, intitolata “Vorrei evitare la chiusura del reparto di Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina”, ha superato la soglia delle 75.000 firme, un segnale potente e inequivocabile inviato a una politica e a una burocrazia che da anni tengono col fiato sospeso il destino di tanti piccoli pazienti.
La mobilitazione è la risposta a una crisi che si trascina da troppo tempo. Il reparto, un punto di riferimento non solo per la Sicilia ma anche per la vicina Calabria, vive da anni in un regime di precarietà, appeso al filo di continue proroghe. L’ultima, che scadrà il prossimo 31 luglio, incombe come una spada di Damocle sulle teste dei piccoli pazienti e delle loro famiglie, costringendo i genitori a una protesta estrema: un presidio permanente davanti all’Ospedale San Vincenzo, in attesa di risposte concrete e, soprattutto, definitive.
La vicenda del CCPM di Taormina è un amaro emblema delle complessità della sanità italiana. Da un lato, un centro di altissima specializzazione, capace di interventi salvavita e di attrarre pazienti da un vasto bacino d’utenza. Dall’altro, i rigidi vincoli del cosiddetto “Decreto Balduzzi” del 2012, che prevede un solo centro di cardiochirurgia pediatrica ogni cinque milioni di abitanti, rendendo di fatto difficile la coesistenza di Taormina con la nuova struttura aperta a Palermo.
Per anni, la soluzione è stata un “balletto” di rinvii, una serie di concessioni temporanee che hanno permesso al centro di sopravvivere, ma senza mai offrire la stabilità necessaria per programmare il futuro.
Le famiglie, esasperate da promesse mancate e da una parte di politica che sembra essersi destata solo di fronte alla protesta plateale, chiedono una soluzione strutturale.
L’Ordine del giorno al Senato della Musolino che valse l’ultima proroga

Solo “una parte” di politica perché è doveroso ricordare come forse l’unico atto concreto volto al salvataggio ed al mantenimento della Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina giunse poco meno di una anno fa grazie all’Ordine del Giorno in Senato voluto dalla senatrice messinese Dafne Musolino. Un atto che giovò alla firma dell’ultima proroga di cui il centro ha goduto e godrà fino al prossimo 31 luglio 2025.
Scriveva allora la Musolino: “In data 14 giugno u.s., a seguito del mio ordine del giorno in Finanziaria sull’opportunità che si trovassero le risorse per il mantenimento dell’eccellenza del Centro di Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina, il Presidente della Regione Sicilia Renato Schifani chiese al Governo la proroga della convenzione con l’Irccs Bambino Gesù di Roma con l’ospedale San Vincenzo di Taormina. Oggi apprendo con grande favore che il Governo nazionale, in deroga al “decreto Balduzzi” ha concesso la proroga che consente fino al 31 luglio 2025 l’esistenza del Centro di eccellenza, meta di molti piccoli pazienti e delle loro famiglie. Auspico, pertanto, che si perseveri sulla strada inizialmente da me intrapresa con l’obiettivo ben chiaro che tale eccellenza sanitaria siciliana giunga al mantenimento in via definitiva, così come chiedono coloro che da essa traggono sostegno e beneficio, evitando viaggi della speranza lontano da casa e non sostenibili”.
DEROGA COME IN VENETO?
L’ipotesi sul tavolo, caldeggiata dalla Regione Siciliana, è quella di una deroga, sull’esempio del Veneto che, con una popolazione simile a quella siciliana, può contare su due centri di cardiochirurgia pediatrica. Una richiesta formale in tal senso è stata inoltrata al Ministero della Salute, ma il tempo stringe.
Negli ultimi giorni, la protesta dei genitori ha attirato l’attenzione di numerosi esponenti politici, in quella che è stata definita una “processione” di solidarietà. Ma le famiglie non si accontentano di visite e parole di circostanza; chiedono atti concreti che mettano fine all’incertezza. Nel frattempo, si affacciano nuove ipotesi, come quella di un trasferimento del reparto presso l’ospedale “Papardo” di Messina, una soluzione che, secondo i proponenti, garantirebbe una continuità operativa e un modello integrato con la cardiochirurgia per adulti. Ma anche quella di un trasferimento a Catania. La richiesta, però, da parte di chi usufruisce del Centro, è che resti tutto com’è.
Mentre la politica discute, la gente ha già scelto da che parte stare. Le 75.000 firme non sono solo un numero, ma la voce di una comunità che riconosce il valore inestimabile del CCPM di Taormina. È la dimostrazione che la battaglia per il diritto alla salute può unire e mobilitare, superando l’indifferenza e la rassegnazione. La speranza di tutti è che questa voce potente venga finalmente ascoltata, prima che sia troppo tardi. Per i bambini di Taormina, e per il futuro della sanità in Sicilia.