
La Procura di Palermo ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini alla portavoce del Presidente Galvagno, Sabrina De Capitani, e all’ex direttrice della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso. L’ex direttrice si difende: “Amareggiata, il quadro era un dono personale”.

PALERMO – Due quadri in cambio di una prestigiosa mostra d’arte a Palazzo Reale. È questa l’ipotesi di corruzione al centro di un importante capitolo dell’inchiesta sul “cerchio magico” del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, che la Procura di Palermo ha ora portato a conclusione.
Nei giorni scorsi, l’ex direttrice generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso, e l’attuale portavoce del presidente Galvagno, Sabrina De Capitani, hanno ricevuto un avviso di chiusura delle indagini. L’atto, firmato dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Andrea Fusco e Felice De Benedittis, è quello che tipicamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Le due indagate avranno ora venti giorni per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogate.
La mostra e l’accusa
Al centro della vicenda c’è la mostra dell’artista italo-egiziano Omar Hassan, tenutasi nelle sale di Palazzo Reale tra marzo e ottobre del 2023. Secondo la ricostruzione dei magistrati, per ottenere l’organizzazione dell’evento sarebbero state consegnate due opere dell’artista come tangente.
Contattata da “Repubblica”, Sabrina De Capitani, già indagata per corruzione anche nel filone principale dell’inchiesta che coinvolge lo stesso Galvagno, non ha fornito una replica. Ha invece accettato di parlare Patrizia Monterosso, dicendosi “amareggiata” per le accuse e “pronta a fornire tutti i chiarimenti”. L’ex direttrice della Fondazione, il cui incarico non è stato rinnovato nel marzo 2024, ha subito preso le distanze dalla co-indagata: “Nel provvedimento che mi è stato notificato è la stessa procura a fare cenno ad alcune intercettazioni che danno atto dell’intenzione di Sabrina De Capitani di estromettermi dalla Fondazione. Non ho avuto alcun rapporto con lei, né prima, né dopo la mostra”.
Monterosso ha poi difeso il valore dell’esposizione, sottolineando il profilo dell’artista. “È uno straordinario artista internazionale, con un bel curriculum. È stato Vittorio Sgarbi a scoprirlo”, ha spiegato, evidenziando come le opere di Hassan esplorino il dialogo tra culture diverse. Riguardo allo snodo dell’inchiesta, i quadri, ha precisato: “Io posso rispondere per quello che mi è stato dato in dono, un dono personale. È stato esclusivamente un segno di riconoscenza per la stima e la dedizione che avevo messo nel realizzare la mostra. E, poi, per certo, non sono una collezionista di opere d’arte”.
Il contesto: l’inchiesta principale sul “cerchio magico”

Questo filone si inserisce in un’indagine più ampia che ruota attorno al presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e al suo staff. Al centro di questa vicenda più vasta c’è sempre Sabrina De Capitani, accusata dalla Procura di aver ricevuto incarichi ritenuti fittizi da imprenditori che, a loro volta, ottenevano finanziamenti dall’Assemblea Regionale. Tra questi, gli imprenditori Marcella Cannariato e Nuccio La Ferlita, anch’essi indagati.
Interrogato due settimane fa, il presidente Galvagno ha negato ogni addebito, spiegando che i suoi collaboratori non lavorano in maniera esclusiva per lui, una mossa interpretata come un tentativo di prendere le distanze dalle attività della sua portavoce.
Mentre l’inchiesta principale prosegue, il capitolo sulla mostra d’arte si avvia verso la fase processuale, con Patrizia Monterosso che annuncia di voler fornire ai magistrati tutti gli elementi necessari a chiarire la sua posizione.
