
Nell’estate della Bandiera Blu, la giunta preferisce tonnellate di sabbia a pagamento in una piazza vincolata. Il tutto per due tribune da cento posti e tanti saluti alle spiagge libere.

MESSINA – In una città baciata dal mare, con chilometri di spiagge fresche di Bandiera Blu, l’amministrazione Basile decide di celebrare l’estate portando, ancora una volta, tonnellate di sabbia nel cuore più sacro e delicato di Messina: Piazza Duomo. Il pretesto è un lodevole torneo di beach volley. Il risultato, però, è un’operazione che suona come uno schiaffo alla logica, alla storia e, soprattutto, al buonsenso.

Mentre le spiagge della litoranea offrirebbero scenari naturali, spazio illimitato per il pubblico e sabbia a costo zero, l’assessore allo Sport, Massimo Finocchiaro, ha preferito, anche quest’estate, trasformare una delle piazze più belle e vincolate d’Italia in un cantiere. Mezzi pesanti, transenne, tribune e una distesa di sabbia la cui origine non è nota, hanno invaso l’area, il tutto per allestire un campo da gioco con due misere platee da non più di cento posti ciascuna. Un dispiegamento di forze enorme per uno spettacolo riservato a pochi intimi, più simile a un set televisivo per l’autopromozione che a un evento per la città. Ricordiamo ancora oggi le spiegazioni sulla “tipologia speciale della sabbia”. Tutta da verificare, per la verità, come anche il suo costo e pagato a chi.
La domanda sorge spontanea e martellante: perché? Perché l’assessore Finocchiaro e l’amministrazione Basile si sono incaponiti a tenere l’evento in una piazza, riempiendola a dismisura e creando un caos di sabbia e mezzi di soccorso, quando la soluzione era a portata di mano? Proprio ora che la città vanta la Bandiera Blu su ampie porzioni del suo litorale, la scelta più logica e promozionale non sarebbe stata quella di usare una delle nostre meravigliose spiagge? Una location che peraltro, come mostrano le foto, non consente di ospitare se non pochi spettatori, mentre le spiagge avrebbero potuto permettere una maggiore partecipazione.

E infine, la domanda che tutti i cittadini si pongono: quanto costa ai messinesi questa inutile velleità? Quanto è costato il trasporto e la posa di questa sabbia? E, soprattutto, quanto costerà rimuoverla e bonificare un’area storica e delicata, sperando che non restino danni? La sabbia delle spiagge era già lì, gratis, e nessuno avrebbe dovuto portarla via.

In attesa di risposte chiare e non di circostanza, ciò che resta è l’immagine di un’amministrazione che preferisce un costoso e dannoso artificio alla valorizzazione delle proprie risorse naturali e che non si fa scrupolo di sacrificare la tradizione sull’altare di uno show di cui, francamente e con tutto il rispetto per questo sport ed i suoi atleti ed atlete, nessuno, ci sembra da quel che commentano i cittadini, sentiva il bisogno.
