Chi ha voluto il bypass per il vettoriamento di acqua da Messina a Taormina? Di certo non l’hanno deciso i messinesi. Questa parola, “vettoriamento” che a scriverla word la sottolinea ancora di rosso in quanto termine non riconosciuto come italiano, non è stato, come qualcuno vorrebbe ancora oggi far credere, “un tormentone”. Semmai è probabilmente stata l’operazione più oscura mai compiuta dalla politica messinese. Oscurità che persiste ancora oggi, visto che della probabile chiusura del bypass non vi è, fino a questo momento, alcuna ufficialità. Non c’è, infatti, fino a stamattina, alcun comunicato stampa da parte di AMAM che ne certifichi l’avvenuto distacco.
L’oscurità è stato il filo conduttore che ne ha connotato la vicenda fin dall’inizio. Per aver certezza dell’esistenza stessa del marchingegno noi per primi abbiano dovuto faticare non poco per scovare la scrittura privata e consentire ai messinesi di leggere quel documento che ne stabiliva termini tutt’altro che a favore della città. Appare evidente che nell’accordo tra Siciliacque, Taormina e AMAM, quest’ultima sia un soggetto che da sola non poteva di certo prendere l’impegno di distrarre fornitura idrica destinata a Messina per inviarla a Taormina, in quanto è assodato che il contratto di servizio non lo prevede se non con autorizzazione del Consiglio Comunale. Ma anche questo, come la volontà dei messinesi, è stato bypassato e, nonostante ciò, i suoi consiglieri sono rimasti silenti e in pressappoco vigile attesa.
LE AZIONI DI AMAM PRIMA DELLA CRISI IDRICA E DOPO IL BYPASS TAORMINA
In compenso sulla vicenda bypass qualcuno ha molto sbraitato, anche troppo. Tanto da volerla trasformare incredibilmente in improbabile vantaggio per una città che ha avuto sete per tutta l’estate, in un’emergenza idrica che pian piano è divenuto un pantano nel quale, con la melma alla gola, l’amministrazione Basile ha dato segni di svegliarsi a far data, con primo atto concreto, dal 28 giugno.
In quella data l’AMAM con avviso pubblico annunciava l’intenzione di reperire autobotti con l’intenzione di pagare 1.000 euro a mezzo al mese, da luglio a settembre. Fino a quel momento AMAM aveva cercato, con “L’acqua cerca AMAM” di reperire notizie in merito all’esistenza di pozzi, sorgenti e/o falde di acqua da sfruttare come risorsa idropotabile. Era l’acqua, appunto, che avrebbe dovuto trovare AMAM ma non il contrario.
Sempre prima del conclamarsi della crisi idrica, l’AMAM promulga un altro avviso pubblico di manifestazione di interesse datato 28 maggio di quest’anno, con il quale si cerca operatori economici interessati alla presentazione di proposte di finanza di progetto ai sensi degli artt. 193 e seguenti del d.lgs. 36/2023, per l’affidamento di un contratto in regime di concessione, della progettazione, costruzione e successiva gestione fino a due impianti di desalinizzazione di acque marine per uso potabile, da realizzare nel territorio del comune di Messina a supporto del sistema idrico esistente. Così quasi ignorando la crisi idrica incombente e riconoscibile ampiamente dagli allarmi lanciati sia dalla Regione. già a febbraio, che da alcuni consiglieri comunali come Libero Gioveni a gennaio e Alessandro Cacciotto a febbraio, AMAM vorrebbe programmare dissalatori, con lunghi tempi di costruzione, per un’emergenza che è ormai alle porte.
Ma il paradosso si concretizza quando è il Sindaco di Taormina a presentarsi, in una conferenza stampa spettacolo, con una carpetta denominata “parco progetti” incolpando della mancata realizzazione la Regione Sicilia. Di quel “parco progetti”, rimasto un libro dei sogni, in sei anni non si è concretizzato nulla. Così come è la stessa conferenza, tenutasi solo il 21 agosto, quando non si poteva ormai fare altrimenti, ma che fa, letteralmente, acqua da tutte le parti, non fa chiarezza e non convince sulla vicenda del vettoriamento, anzi ne getta ulteriori ombre, quasi come la tentata vendita in piazza di un poco chiaro elisir, proposto come panacea di tutti i mali. Nessuno crederà, infatti, che i dati mostrati siano quelli effettivi anche perché manifestazione solo di un momento di una fornitura che funziona ormai da tempo e senza che il Consiglio Comunale ed i messinesi ne avessero contezza.
CONSIDERAZIONI IN ATTESA DI UN EPILOGO
Quel che fa male di quella che è, e rimane, fino a prova contraria, un’operazione ancora ad oggi non chiara, anche per la notizia stessa dell’avvenuto distacco senza alcuna nota ufficiale, è che siamo rimasti in pochi a Messina, ancora ad oggi, a sollevare la questione “documenti”, ovvero che siano resi pubblici i dati relativi alla fornitura dall’inizio al distacco, compresi i pagamenti effettuati dal Comune di Taormina in favore di quello di Messina. Indipendentemente da come si chiami il Sindaco della cittadina della riviera Jonica.
In queste ore, mentre attendiamo l’ASP che certifichi (si spera) la potabilità dei pozzi di Briga e Mili, la senatrice Dafne Musolino, che più di tutti ha subito accuse e dileggiamenti per la sua attività legittima e doverosa di parlamentare in merito alla vicenda, ha scritto una nota pacata ma determinata volta a fare, una volta per tutte, chiarezza perché, come scrive la Musolino “L’acqua a Messina è tornata da qualche giorno a scorrere normalmente. Pensare che questa sia solo una coincidenza equivarrebbe a considerarci tutti come novelli Candido di Voltaire”.
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