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Il sequestro in mare di cinque quintali di cocaina: la mafia vuol tornare protagonista nell’importazione?

- 09/09/2024

Il sequestro di oltre cinque quintali di cocaina operato il 6 settembre scorso dalla Guardia di Finanza in marre al largo tra Catania e Ragusa, per un valore stimato di oltre 100 milioni di euro, potrebbe essere il segnale che la mafia stia tentando di scalzare la ‘ndrangheta dal ruolo primario di importatore “ufficiale” di droga direttamente dai narcotrafficanti. Il sequestro effettuato dal Gico della Guardia di Finanza è avvenuto proprio mentre un peschereccio della marineria siracusana stava issando a bordo i colli galleggianti abbandonati in mare da una nave che sarebbe partita da un porto brasiliano. L’enorme quantità e il luogo del sequestro confermerebbe l’intenzione della mafia siciliana di affrancarsi dal ruolo di acquirente dai broker calabresi e di divenire, appunto, comprimario nell’acquisto diretto. In questi decenni la ‘ndrangheta è fortemente cresciuta nascosta dai riflettori delle cronache nazionali, proprio investendo risorse illecite nell’acquisto diretto di sostanza stupefacente, incassando miliardi. Una potenza economica che le ha permesso di penetrare nel tessuto economico nazionale ed internazionale in modo pernicioso e profondo. Un ruolo estremamente rilevante e criminalmente competitivo che oggi la mafia mira a riconquistare attraverso proprio il riappropriarsi del mercato della droga senza intermediari.

Compito degli investigatori sarà quello di identificare chi ha assoldato i pescatori incaricati di raccogliere i colli di cocaina sganciati in mare. I pescatori siracusani arrestati, infatti, sono la parte più “scoperta” di una operazione criminosa mirata ad aggirare il dominio della ‘ndrangheta. il sequestro così rilevante per quantità e valore di certo innescherà nervosismi che potrebbero indurre ad errori da parte dell’organizzazione protagonista dell’eccezionale trasporto, aiutando i militari a scoprirne i dettagli e indentificarne mandanti, intermediari e venditori.

Un sequestro simile si era già verificato nel mese di luglio 2023 al largo delle coste di Agrigento a bordo di un peschereccio calabrese, e qualche mese prima ancora un sequestro di colli galleggianti al largo della Sicilia.