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Messina, la Bandiera Blu sulla carta sbatte contro i cancelli di via Senatore Arena: 180.000 euro per rimediare a un’estate già iniziata

- 09/06/2025
via circonvallazione

Mentre si celebra il prestigioso vessillo per 11 km di costa, a Faro storiche recinzioni negano l’accesso al mare premiato. L’amministrazione avvia un progetto per creare nuovi varchi, ma i tempi burocratici si scontrano con la stagione balneare. E la domanda sorge spontanea: il Comune avrebbe agito senza la pressione mediatica del riconoscimento?

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Messina vive un paradosso che ha del grottesco. Da un lato, l’orgoglio per la Bandiera Blu, il prestigioso riconoscimento internazionale della FEE (Foundation for Environmental Education) che certifica la qualità delle acque e dei servizi su ben undici chilometri del suo litorale. Dall’altro, la realtà fisica di cancelli, muretti e recinzioni che, in alcuni di quei tratti premiati, negano di fatto il diritto più elementare: l’accesso alla spiaggia.

L’emblema di questa contraddizione è la via Senatore Arena, nella zona di Faro, dove l’accesso al mare è un’impresa per cittadini e turisti, bloccato da barriere private a protezione del nulla. Una vicenda annosa, sopravvissuta a innumerevoli amministrazioni. Fino ad oggi.

Come si ottiene una Bandiera Blu per una spiaggia inaccessibile?

La domanda, a questo punto, è inevitabile. I criteri per l’assegnazione della Bandiera Blu non si limitano alla purezza dell’acqua, ma includono la gestione ambientale, la sicurezza e, soprattutto, la disponibilità di servizi e l’accessibilità. Come è stato possibile, quindi, che un litorale con criticità di accesso così evidenti e storicizzate abbia superato le rigide maglie dei controlli? Viene da chiedersi quali siano state le verifiche sul campo o la documentazione prodotta dal Comune che hanno portato al prestigioso riconoscimento, ignorando barriere che sono sotto gli occhi di tutti da decenni. La Bandiera Blu, in questo caso, sembra certificare un’eccellenza più sulla carta che sulla sabbia.

Lavori tardivi: una toppa a stagione iniziata

In questo contesto di imbarazzo mediatico, l’amministrazione Basile scende in campo. Con una determina del 28 maggio scorso – a estate di fatto già iniziata – ha approvato un progetto di fattibilità da 180.000 euro per realizzare quattro nuovi accessi al mare proprio sul litorale nord. Un’ottima notizia, se non fosse per la tempistica, che sa più di corsa ai ripari che di programmazione.

L’approvazione di un Progetto di Fattibilità è solo il primo, timido passo di un lungo iter burocratico. Ora serviranno i pareri degli enti competenti, il progetto esecutivo, la gara d’appalto e, infine, i lavori. È fin troppo facile prevedere che di questi varchi se ne parlerà, con ogni probabilità, ad ombrelloni già chiusi, rimandando la soluzione all’estate 2026. Perché si è atteso l’inizio di giugno per avviare una procedura che andava pianificata e realizzata durante i mesi invernali?

La Bandiera Blu come “commissario” morale?

Questo ci porta alla forse più scomoda, domanda. Senza la vetrina e la conseguente pressione della Bandiera Blu, l’amministrazione avrebbe mai trovato la volontà e i fondi per risolvere l’annosa vicenda di via Senatore Arena? O quel tratto di costa sarebbe rimasto, come per gli ultimi vent’anni, un litorale negato? Il sospetto, più che lecito, è che il prestigioso vessillo abbia agito come un “commissario” morale, costringendo il Comune a mettere una toppa su una falla diventata improvvisamente troppo visibile.

I 180.000 euro stanziati, dunque, più che un investimento lungimirante, appaiono come il prezzo da pagare per rendere reale un premio forse ottenuto con troppa leggerezza. Mentre si attende che la burocrazia faccia il suo lento corso, i messinesi e i turisti si godono una Bandiera Blu che, in alcuni punti, possono ammirare solo da dietro un cancello.

Ma la vera domanda che poniamo è: questi lavori si faranno? Si andrà oltre la mera delibera? Si libereranno davvero gli accessi storicamente chiusi? O si rimarrà al livello di solita propaganda e di “rendering”?

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