
Il giornalista messinese Giuseppe Girolamo è stato protagonista mercoledi 14 maggio della quarta tappa, da Celano a Tagliacozzo.

Il Giro-E si svolge nei giorni e sulle strade del Giro d’Italia. Organizzata da RCS Sport, è inserita come evento cicloturistico nel calendario della Federazione Ciclistica Italiana per sensibilizzare l’uso della bici per la mobilità di tutti i giorni.
Sono 27 le squadre partecipanti, ciascuna capitanata da un campione del passato.
Il giornalista messinese Giuseppe Girolamo è stato protagonista mercoledi 14 maggio della quarta tappa, da Celano a Tagliacozzo.
“Mi sono divertito tantissimo. Un’esperienza quella della bici elettrica che mi mancava. La bici a pedalata assistita ti aiuta molto a pedalare anche in terreni in pendenza, facendoti sentire pochissimo la fatica. Un’ottima soluzione per chi volesse cambiare il modo di muoversi in città, lasciando l’auto a casa. Rappresentare poi in qualche modo Messina in una manifestazione così mi riempie di orgoglio“.
Come si sviluppa una frazione del Giro-E? “Grazie all’utilizzo delle e-bike, che consentono a ciclisti normalmente allenati di affrontare le salite di solito riservate ai campioni, l’evento fa vivere a tutti gli amanti della bicicletta l’esperienza della Corsa Rosa, di cui ricalca il percorso; a cambiare sono unicamente le località di partenza, oltre che il chilometraggio della tappa, che è minore – dice Girolamo – Ogni frazione viene percorsa a gruppo compatto, eccetto per alcuni tratti, dove tutti i partecipanti affrontano prove di regolarità e prove speciali con la propria squadra. Nelle fasi finali di ogni tappa, invece, i capitani delle squadre sono impegnati nella prova sprint “esibizione” prima del traguardo.
L’arrivo della tappa avviene prima del traguardo del Giro d’Italia, ma sotto allo stesso arco e la premiazione è sullo stesso podio dei professionisti“.
Quali sono gli obiettivi del Giro-E? “Tra i suoi obiettivi la sensibilizzazione del pubblico alla mobilità sostenibile e a tutte le tematiche legate alla sostenibilità ambientale. L’Italia è tra le ultime posizioni in Europa in materia di mobilità sostenibile. Una mentalità da cambiare se vogliamo dare una svolta alla vivibilità delle nostre città”.
