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De Luca ed il “pasticcio” delle stabilizzazioni. Proroga ma niente fine precariato.

- 27/12/2018

Messina, 27 dicembre 2018

“Manterremo la promessa: stabilizzazione a 18 e 24 ore e contestualmente ricontrattualizzazione a 32 ore”. Era stata questa la promessa del sindaco De Luca e della sua giunta messinese alle soglie della vigilia di Natale. Ed invece ecco che oggi una ridda di notizie, voci, conferme e poi smentite conducono verso una sola destinazione: la promessa non è stata mantenuta. Ci pensa la Regione a salvare capre e cavoli e proroga i 76 precari rimasti sull’orlo del baratro del nulla dopo “soli” 29 anni di sfruttamento e di diritti negati. Una proroga che sembra sia mantenuta con la quota oraria di 32 ore settimanali e non di 18 e 24 come sembrava dovesse accadere. Tutto in ordine invece per gli ex precari ormai stabilizzati che lasceranno finalmente la terra delle lacrime e sangue fatte di stipendi da fame, letteralmente, per transitare in quella meno triste dell’implementazione oraria. Meglio così perchè stava per innescarsi una guerra dei poveri che non avrebbe fatto onore a nessuno, neanche ai “poveri”.

Ma cosa è successo? E’ accaduto che i documenti che compongono la documentazione necessaria a determinare il parere della Commissione Ministeriale evidentemente sono arrivati in ritardo, così Messina si è messa in coda agli altri, tanti comuni d’Italia, anche più “pesanti” di Messina, che hanno richiesto la stabilizzazione. Ma la coperta è corta e così Messina slitta di un anno nell’operazione iniziata dalla Giunta Accorinti che mira a stabilizzare ed a far sparire quella condizione di precari che è un insulto per chi svolge mansioni spesso non sostituibili e che tengono aperti molti enti in Italia. Ma chi ha determinato il ritardo? Il Consiglio Comunale? La Giunta? La segreteria generale? Non vogliamo al momento approfondire. La Giunta intanto spera ancora di far giungere in porto le proprie promesse, che al momento sembrano solo neve al sole della proroga, salvagente regionale.

Intanto il sindaco De Luca suona la ciaramella, stappa sciampagnini, fa il giro delle chiese ed annuncia brindisi a Santa Teresa. Ma… dove abbiamo sbagliato?