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Escalation in Medio Oriente: raid israeliano sull’Iran. Colpito il sito nucleare di Natanz, uccisi alti funzionari

- 13/06/2025
Iran under attack

Israele lancia l’operazione “Rising Lion” con centinaia di caccia su otto città. Netanyahu: “Azione contro una minaccia esistenziale”. Teheran lancia droni per rappresaglia e accusa gli USA. La comunità internazionale in allarme.

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TEHERAN – Il Medio Oriente è sull’orlo di una guerra totale. L’aeronautica militare israeliana ha lanciato questa notte una massiccia operazione militare, denominata “Rising Lion”, contro l’Iran, sferrando cinque ondate di attacchi su otto diverse e importanti città del Paese. L’offensiva, che secondo Israele ha lo scopo di neutralizzare una “minaccia esistenziale”, ha colpito obiettivi strategici, tra cui il sito nucleare di Natanz, e ha causato la morte di figure chiave dell’establishment militare e scientifico iraniano. La risposta di Teheran non si è fatta attendere, con il lancio di oltre 100 droni verso lo Stato ebraico e la chiusura dell’intero spazio aereo nazionale.

L’attacco israeliano: obiettivi e vittime eccellenti Secondo quanto riferito dal portavoce delle forze armate israeliane, Effie Defrin, oltre 200 caccia sono stati coinvolti nell’operazione notturna, sganciando più di 330 bombe su circa 100 obiettivi. Tra le città colpite figurano la capitale Teheran, Tabriz, Esfahan, Arak, Kermanshah e altre aree strategiche. I raid, ha precisato Defrin, hanno ucciso diversi alti funzionari iraniani, tra cui il capo di Stato Maggiore Mohammad Bagheri, il capo dei Guardiani della Rivoluzione Hossein Salami e il generale Gholam Ali Rashid. Avrebbero perso la vita anche due importanti scienziati, Fereydoun Abbasi, ex capo dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana, e il fisico Mohammad Mehdi Tehranchi.

Netanyahu: “Operazione necessaria per la sopravvivenza di Israele” In un discorso televisivo alla nazione, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha motivato l’attacco: “Pochi istanti fa, Israele ha lanciato un’operazione militare mirata per contrastare la minaccia iraniana alla sopravvivenza stessa di Israele. Questa operazione continuerà per tutti i giorni necessari”. Netanyahu ha ribadito che l’Iran possiede un programma per sviluppare armi nucleari, definendolo “un pericolo chiaro e attuale”.

La risposta di Teheran: droni e accuse agli USA La reazione iraniana è stata immediata. Il ministero degli Esteri ha rivendicato il “diritto legittimo a rispondere” e ha puntato il dito non solo contro Israele, ma anche contro gli Stati Uniti. “È impensabile che l’attacco israeliano sia stato sferrato senza il consenso degli Stati Uniti. Questi ultimi saranno considerati responsabili”, si legge in un comunicato. Come prima azione di rappresaglia, l’Iran ha lanciato oltre 100 droni kamikaze verso il territorio israeliano.

Il sito nucleare di Natanz in fiamme, la conferma dell’AIEA L’obiettivo più sensibile colpito è il complesso nucleare di Natanz, il più grande impianto di arricchimento dell’uranio del Paese. Immagini verificate dalla CNN e dati satellitari della NASA hanno mostrato un vasto incendio divampato nel sito dopo le 2 del mattino ora locale. Rafael Grossi, direttore generale dell’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), ha confermato il colpo: “Confermiamo che Natanz figura tra i siti colpiti. L’Agenzia è in continuo contatto con le autorità iraniane e stiamo monitorando i livelli delle radiazioni”.

Reazioni internazionali: allarme e condanne La comunità internazionale ha reagito con estrema preoccupazione. La Casa Bianca ha annunciato la convocazione del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Il Presidente americano ha dichiarato che, pur essendo a conoscenza dei piani israeliani, gli Stati Uniti non sono coinvolti nell’attacco. Il Segretario di Stato ha avvertito l’Iran di non colpire obiettivi americani nella regione. L’Arabia Saudita ha condannato l’attacco come “una chiara violazione del diritto internazionale”, mentre la Turchia lo ha definito “barbaro e selvaggio”. Anche l’Italia, tramite il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha attivato l’Unità di Crisi della Farnesina, sconsigliando i viaggi nella regione. La Giordania, come l’Iran, ha chiuso il proprio spazio aereo, segnalando il rischio di un allargamento del conflitto su scala regionale.

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