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Poltrone e Donazioni? Interrogazione di Pietrafitta. L’ombra di Sud Chiama Nord sulla Città Metropolitana. Casa di tutti o “club” privato?

- 28/06/2025
leoni11341

Il consigliere Pietrafitta presenta un’interrogazione: “Incarichi dirigenziali a finanziatori del partito?”. Il sindaco Basile, esponente di punta del movimento, chiamato a fare chiarezza su un potenziale e devastante conflitto di interessi.

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MESSINA – Nelle stanze della Città Metropolitana di Messina si agita un fantasma, quello del più classico e logoro dei vizi della politica italiana: l’intreccio opaco tra incarichi pubblici e appartenenza partitica. A dargli corpo e nome è un’interrogazione tanto sintetica quanto esplosiva, depositata dal consigliere metropolitano Carmelo Pietrafitta. Un atto che non usa mezzi termini e che punta dritto al cuore del sistema di potere facente capo al sindaco Federico Basile e al leader di Sud Chiama Nord, Cateno De Luca.

La domanda, messa nero su bianco, è di una chiarezza disarmante e getta un’ombra pesantissima sulla trasparenza dell’amministrazione. Pietrafitta chiede al sindaco Basile se sia a conoscenza del fatto che “figure ricoprenti incarichi dirigenziali nominati e selezionati da questa amministrazione […] risulterebbero donatori e contribuenti del Movimento/Partito politico ‘Sud chiama Nord’“.

Non si tratta di un pettegolezzo da corridoio, ma di un atto formale che solleva un sospetto gravissimo: le nomine nelle posizioni apicali dell’ente sono state forse influenzate, o peggio, “ricompensate” sulla base della fedeltà economica al partito che governa la città e che ha nel sindaco metropolitano un suo esponente della Giunta Esecutiva?

Pietrafitta incalza, definendo la situazione “una potenziale condizione conflittuale“. Ed è proprio questo il nervo scoperto. La legge e, prima ancora, l’etica pubblica, impongono all’amministrazione un “onere esclusivo” di verifica preventiva su eventuali incompatibilità. Ci si chiede, dunque, se tali controlli siano stati eseguiti con il dovuto rigore o se, al contrario, si sia chiuso un occhio di fronte a nomi amici, o meglio, “benefattori”.

Il passaggio finale dell’interrogazione è un vero e proprio affondo politico, che mira a scoperchiare un potenziale sistema. Il consigliere chiede garanzie per “escludere che soggetti aventi cariche o incarichi […] con partiti politici vengano in atto adibiti a funzioni di direzione di strutture deputate alla gestione del personale”. Tradotto: si vuole evitare il rischio che un fedelissimo del partito, messo a capo delle risorse umane, possa usare quella leva strategica per perpetuare il sistema, assumendo e promuovendo secondo logiche di appartenenza e non di merito. Sarebbe il cortocircuito perfetto, la trasformazione definitiva di un ente pubblico nel comitato d’affari di un partito.

BASILE ADESSO RISPONDA CON I FATTI E I DOCUMENTI

Basile De Luca a Taormina

La palla, ora, passa a Federico Basile. La sua non potrà essere una risposta di circostanza. Il sindaco è chiamato a rispondere non solo come vertice dell’amministrazione metropolitana, ma anche come componente di quel partito tirato direttamente in causa. Respingere le accuse senza prove documentali non basterà. Servirà trasparenza, chiarezza sui criteri di nomina e, soprattutto, la dimostrazione che le porte della Città Metropolitana non sono girevoli in base alle donazioni effettuate.

Questa interrogazione non è un attacco politico; è un test di credibilità per un’intera classe dirigente che si è presentata come l’alternativa al “vecchio sistema”. I cittadini di Messina e della sua provincia attendono di sapere se il Palazzo sia la casa di tutti o, ancora una volta, il club privato di pochi.

Interrogazione Pietrafitta