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Vasco suona, Messina svuota: i fragili sfrattati dai B&B per far posto ai fan

- 20/06/2025
Vasco suona e una famiglia e a spasso

Mentre la città si prepara al grande evento, il cinico ingranaggio del profitto si abbatte sui più deboli. Famiglie assistite dalla Social City, tra cui una con tre minori, costrette a lasciare le stanze pagate con fondi pubblici per affittarle a turisti. E l’assessorato tace.

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Messina si prepara alla grande festa, al rito collettivo del concerto di Vasco Rossi. Le strade si riempiono, gli alberghi registrano il tutto esaurito e l’economia del turismo sorride. Ma dietro il palcoscenico scintillante dell’evento, si consuma un dramma che svela il volto più spietato e ipocrita delle politiche sociali cittadine. La musica del “Blasco” non è per tutti. Per Pasqualino, Brigida e un’altra famiglia con tre bambini, il suono è quello sordo e umiliante di una porta che si chiude. Devono fare i bagagli e andarsene. Sfrattati per far posto ai fan.

Il miraggio dell’inclusione

Lo scrive Angela Rizzo in un post a cui facciamo eco con tutta la forza che possiamo.

La storia di Pasqualino e Brigida è l’emblema di un’odissea burocratica. Prima parcheggiati nella casa di accoglienza per senzatetto “Fratelli tutti”, poi, grazie all’attenzione della stampa, trasferiti in un B&B cittadino. Un barlume di stabilità, sancito da una determina dirigenziale (la n. 81 del 14 maggio 2025) che stanzia 4.800 euro più IVA di fondi per la povertà per garantire loro un tetto per 60 giorni.

Ma la parola “garantire” a Messina ha un’interpretazione flessibile. Il famoso “percorso di autodeterminazione” promesso si è rivelato un vicolo cieco. Nessun inserimento, nessun progetto, solo l’abbandono in una stanza. E ora, la beffa finale. La coppia ha saputo di dover svuotare completamente la camera, perché dal 21 al 23 giugno – i giorni del concerto – la struttura ha ospiti più redditizi.

Lo sapevano tutti. Tranne i diretti interessati.

Qui la vicenda assume i contorni grotteschi della negligenza istituzionale. Alle proteste telefoniche di Pasqualino, un’assistente sociale del dipartimento politiche sociali avrebbe ammesso la verità con agghiacciante candore: la Messina Social City sapeva fin dall’inizio che “la camera, insieme a quella di un’altra famiglia con tre minori a carico, doveva essere liberata per il concerto”.

Un “inconveniente” noto, pianificato, accettato? Se così fosse, nessuno avrebbe ritenuto necessario avvisare le famiglie. Nessuno ha pensato di trovare una soluzione alternativa? La logica parrebbe chiara: il profitto del gestore del B&B, che può affittare a prezzi esorbitanti le stanze già pagate con soldi pubblici, vale più della stabilità e della dignità di un disabile o di tre bambini. Le persone sono state trattate come oggetti da spostare, pacchi postali la cui unica colpa è essere d’intralcio al business.

Il silenzio assordante della politica

Di fronte a questa umiliazione, chi dovrebbe proteggere i più deboli si trincera dietro un muro di silenzio. L’assessora alle politiche sociali, informata dei fatti, secondo la famiglia non risponde nemmeno ai loro messaggi accorati. Il sindaco Federico Basile, vertice dell’amministrazione, sa che potrebbe essere il capitano di una nave che predica inclusione ma in pratica i vulnerabili vengono messi ai margini quando non servono più alla narrazione o, peggio, quando intralciano gli affari?

Mentre le note di Vasco Rossi risuoneranno nello stadio, queste famiglie si ritroveranno per strada, senza sapere dove andare per tre lunghi giorni. È questa la Messina che accoglie? Una città che calpesta i suoi figli più fragili per il guadagno di una notte, che baratta la dignità umana con il prezzo di un biglietto. La festa di pochi si costruisce sulla vergogna di tutti.

pasqualino e brigida2
pasqualino e brigida2

Viste le rimostranze delle due famiglie, con financo l’intervento delle forze dell’ordine, la Messina Social City avrebbe provveduto a spostarle presso altre strutture alberghiere in provincia, dato che a Messina non ci sarebbe più alcun posto disponibile in questi tre giorni a venire. Resta il fatto che la notizia dello spostamento è arrivato oggi per domani e che inizialmente era stato detto loro di “farsi ospitare”.