
Apre oggi a Mortelle il primo Centro diurno per l’autismo, un servizio vitale che le famiglie aspettavano da un decennio. Un traguardo raggiunto al termine di un’odissea fatta di paralisi burocratica e denunce politiche, sbloccata solo dopo l’ultima, inspiegabile attesa di sei mesi a lavori già conclusi.

In copertina l’opera donata ad ASP da Negghia: “Il silenzio che parla”
MESSINA – Oggi al Polo Blu dell’ex Istituto Marino di Mortelle si celebra, si taglia un nastro, si sorride davanti ai flash. E si inaugura, finalmente, il primo Centro diurno per l’autismo della città. Una struttura fondamentale da 20 posti, che promette di cambiare la vita di decine di ragazzi e delle loro famiglie. Ma dietro la facciata della festa istituzionale, si nasconde una storia lunga e tormentata, un’odissea di otto anni che è il simbolo della lentezza con cui a Messina si trasforma un diritto in realtà.
L’idea, nero su bianco, nasce nel lontano aprile 2017. Un accordo di programma tra Comune, Cnr e IRCCS disegnava già allora il profilo di un centro per l’autismo. Da quel momento, è iniziato un percorso a ostacoli. Nel 2019 arriva la legge regionale a dare un quadro normativo; nel 2022, la firma “decisiva” a Palazzo Zanca del sindaco Federico Basile, che parlava di “un’altra stagione di crescita”. Una stagione che, evidentemente, ha avuto bisogno di altri due anni per germogliare.
Otto anni di iter, tre cambi di giunta, zero scuse ufficiali

- 14 aprile 2017 – Comune, CNR-IRIB e IRCCS “Bonino-Pulejo” firmano l’Accordo di Programma che promette un “Bio-Parco delle neuro-fragilità” a Mortelle. È la prima volta che la parola autismo entra in un atto ufficiale di Palazzo Zanca.
- 11 luglio 2019 – La Regione approva il Programma regionale unitario per l’autismo e impone un centro diurno per ogni provincia: Messina resta al palo.
- 3 agosto 2022 – Il sindaco Basile e l’assessora Calafiore bacchettano l’ASP: “Entro dodici mesi l’apertura”. Cronometro avviato, poi dimenticato.
- 7 marzo 2024 – Arrivano 1,5 milioni di fondi statali + PNRR dal bando regionale “Autismo”. La gara parte solo a fine estate; i prezzi dell’edilizia lievitano e il costo finale sfiora i 2,7 milioni. regione.sicilia.it
- 19 dicembre 2024 – Cantiere chiuso, ma niente collaudo sanitario. Il consigliere Alessandro Russo denuncia «un’altra scatola vuota fabbricata per la foto». vocedipopolo.it
- aprile-maggio 2025 – Due inaugurazioni annunciate e saltate. Commissioni comunali rinviate, rimpallo di colpe fra ASP e Municipio sull’accreditamento. vocedipopolo.it
Ma il capitolo più paradossale di questa vicenda si è scritto negli ultimi mesi. I lavori edili, finanziati anche con fondi PNRR, terminano il 19 dicembre 2024. L’edificio è pronto. Eppure, il centro resta desolatamente vuoto per altri sei, lunghissimi mesi. Uno stallo inspiegabile, giustificato dall’Asp con generiche “ultime verifiche tecniche” tra accreditamento sanitario, collaudi e selezione del personale, giustificato anche dal Comune di Messina che rilancia la palla in campo addossando i ritardi tutti all’ASP. Ma la realtà è che le richieste di accreditamento sono inviate con notevole ritardo. Perché? Dal 2023, anno in cui, ad agosto, fu presentato dal geometra Ivana Russo, il progetto, i lavori sono stati approvati e consegnati solo il 19 dicembre del 2024. Solo dopo la consegna dei locali è stato, quindi, possibile per il Comune di Messina avviare l’iter per l’accreditamento del centro. E solo dopo la concessione dell’accreditamento l’ASP ha potuto finalmente avviare i bandi per il personale qualificato necessario.
Una paralisi talmente evidente da spingere, a inizio aprile, il consigliere comunale Alessandro Russo a denunciare pubblicamente “un ritardo di oltre tre mesi”, chiedendo un tavolo urgente per sbloccare una situazione imbarazzante. Scriveva allora il consigliere Russo: “risulta allo scrivente che i lavori di sistemazione della struttura, eseguiti dal Comune di Messina, sono stati ultimati in data 19.12.2024. Dal che si può supporre che almeno fino a quella data la procedura di accreditamento del Centro non avrebbero potuto essere avviati”.
Solo dopo la pressione politica e l’eco delle proteste, la Direzione strategica dell’Asp ha fissato la data dell’inaugurazione odierna. Un nastro tagliato, viene da pensare, più per sfinimento che per programmazione.
E mentre la burocrazia faceva il suo lento corso, le famiglie aspettavano. In provincia di Messina sono oltre 1.100 i minori con autismo presi in carico dai servizi sanitari. Per anni, chi cercava un intervento semi-residenziale è stato costretto a estenuanti “viaggi della speranza” verso Barcellona o Catania, con un carico di cura ed economico insostenibile, che ha costretto troppe madri a lasciare il proprio lavoro. “Colma una lacuna importante e consente ai nostri figli di restare nel loro contesto di vita“, sintetizza con sollievo Nica Calabrò, referente provinciale di ANGSA.
La pressione dal basso: «Senza Pino Currò oggi saremmo ancora al punto zero»

Se la struttura esiste, lo si deve più alla testardaggine delle associazioni che ai palazzi. Pino Currò – storico presidente dell’associazione “Il Volo”, scomparso nel 2022 – aveva trasformato la mancanza di servizi in una battaglia civile, aprendo il “tavolo tecnico” permanente sull’autismo e pungolando le giunte che si succedevano. Oggi la targa non porta il suo nome e molti familiari l’hanno presa come l’ennesimo sgarbo istituzionale.
NEGGIA: IL SILENZIO CHE PARLA
C’è anche chi dona un quadro: Angela Rizzo, fervente attivista e sostenitrice dei diritti di chi è portatore di disabilità e di svantaggi, e delle loro famiglie, dona una tela 70 per 50 all’Asp di Messina, affinché venga esposta proprio al Centro Diurno. L’opera è firmata “Negghia”, uno pseudonimo. Il titolo è “Il silenzio che parla” con la seguente descrizione: “La comunicazione può essere un’area di sfida per le persone autistiche, ma questo titolo evoca la capacità di comunicare tramite altri mezzi, come l’arte o il linguaggio del corpo, e il valore del silenzio come spazio per la riflessione” scrive la Rizzo nella lettera che accompagna e spiega la donazione ad ASP di Messina. L’opera è in copertina di questo articolo.
Cosa c’è (e cosa manca) dentro il padiglione Polo Blu
Promesso | Realtà alle 10:30 di oggi |
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Due moduli da 10 utenti ciascuno | Arredi consegnati, ma metà dei contratti di lavoro ancora da firmare |
Equipe multidisciplinare completa | Neuropsichiatra e due educatori in servizio; ABA e logopedista in arrivo a luglio |
Laboratori di autonomia e sport | Solo la stanza sensoriale già operativa |
Ricerca CNR su VR e robotica | Memorandum firmato, device non ancora installati |
Fonti: comunicato ASP Messina, sopralluogo stampa, dati CNR. asp.messina.itvita.it

Il Centro diurno, che sarà gestito dalla cooperativa “Progetto Dopo di Noi”, è senza dubbio una conquista vitale. Ma la festa di oggi non può e non deve far dimenticare gli otto anni persi. Il traguardo raggiunto è un monumento alla tenacia delle famiglie, più che all’efficienza di un sistema che ha impiegato quasi un decennio per garantire un diritto fondamentale. La vera domanda, oggi, non è cosa offre il centro, ma perché a Messina per ottenerlo ci sia voluta una battaglia così lunga.
Chi si prende il merito, chi il peso
Stamattina sindaco, assessori e vertici ASP si faranno immortalare sotto il banner “Svolta storica”. La storia però racconta altro: otto anni di annunci, rinvii, lettere protocollate e silenzi. Le famiglie, che la svolta l’hanno pagata in chilometri e notti senza assistenza, promettono di restare con il fiato sul collo: «Il nastro non è un lieto fine, è solo l’inizio del collaudo vero: quello del servizio quotidiano».
Il centro è aperto. Adesso deve funzionare.