
Risponda il sub-commissario: dopo 70 giorni neanche una casa assegnata. Entro giugno 100 ma il cronoprogramma langue. Quante case acquistate finora? Quanti cantieri aperti?

Nessun attacco mediatico. A meno che non si voglia reprimere il diritto di cronaca. La questione dell’assegnazione delle case “a scatola chiusa” ai 31 residenti del Rione Taormina è, invece, un fatto di cronaca in quanto nasce da una specifica protesta. Non certo da un articolo, anzi un editoriale. Pertanto non ci sembra comprensibile e neanche giustificata la piccata replica del Sub-Commissario al Risanamento Santi Trovato. La sua reprimenda, il suo tentativo di liquidare come strumentalizzazione il riportare sulla stampa, in special modo in un servizio televisivo, la cronaca di un fatto come il passo indietro invocato da 31 famiglie, non crediamo abbia ragion d’essere, anzi, così com’è, appare financo del tutto ingiustificato, se non strumentale laddove il sub commissario annuncia il suo intento di arroccarsi in un “no comment” su qualsiasi prossima vicenda dovesse verificarsi, evidentemente, anche se fosse costituita da fatti contrari alla sua gestione.

ACCETTAZIONE DI UN IMMOBILE CHE ANCORA NON ESISTE
Ci consenta, invece, Trovato di chiedergli come si può far firmare ai residenti del Rione Taormina (ma anche a chiunque altro) un documento, un verbale di assegnazione alloggio targato Arismè, come quello che alleghiamo, nel quale chi lo firma dichiara di aver visionato una casa che non ha mai visto? E ancora, Trovato spieghi, nella sua qualità di funzionario governativo, come può, chi firma il verbale di assegnazione, prendere atto dello stato in cui si trova ed accettarne le condizioni di un immobile che è chiaramente dichiarato che può anche non esistere allo stato della firma?
SENZA IMMOBILE SI FINISCE IN STRADA?
Ma il passaggio che ancora più di tutti suona male circa la regolarità di una atto come questo è che chiunque lo firmi si prende carico di dover abbandonare la propria “casetta” sita nel Rione Taormina anche nel caso in cui la casa in assegnazione non fosse ancora pronta. Dove andrebbero questi residenti nel frattempo? Una risposta alla quale Trovato non risponde, innescando la protesta.
Innanzi ad un legale, ma anche ad un giudice, un atto come questo sarebbe liquidabile come un vero e proprio esempio di “patto leonino”, che pende a vantaggio di un solo soggetto, il sub-commissario, e a favore di una sola logica: la demolizione.

PS. L’espressione “patto leonino” deriva dalla favola di Fedro, dove il leone, sfruttando la sua posizione, si prende tutti i guadagni e lascia agli altri le sole perdite. La posizione predominate in questo caso è determinata dal non considerare che chi firma non ha contezza di ciò che accetta.