Della questione “chiare fresche e dolci acque” il primo segnale d’allarme risale a questa estate quando il vulnus fu evidenziato e denunciato dalla senatrice di Italia Viva Dafne Musolino. Da lì i soliti attacchi dei “lanzichenecchi” dell’amministrazione, mentre dal Consiglio comunale il “solito” silenzio.
Dall’acqua di Messina a Taormina, sulla quale ancora oggi non v’è chiarezza, fino a quella dei pozzi di Briga, la vicenda è ormai sul tavolo di ASP, Consiglio Comunale, Procura e anche del Senato della Repubblica. Su tutti i tavoli una sola richiesta: chiarezza. Che a parlar dell’acqua che bevono i messinesi ci sembra il minimo.
Ma della questione “chiare fresche e dolci acque” il primo segnale d’allarme risale a questa estate quando il vulnus fu evidenziato e denunciato dalla senatrice di Italia Viva Dafne Musolino. Di lì i soliti attacchi dei lanzichenecchi dell’amministrazione. Dal Consiglio comunale il “solito” silenzio.

Ma proseguiamo.
Dai dubbi sulla “prova del nove” che non ha certificato un bel niente sulla quantità di acqua che questa estate da Siciliacque a Messina e da qui giungeva a Taormina, e per la quale si attendono ancora chiarimenti con numeri alla mano, oggi si giunge a dubbi ben più seri e che si riferiscono ad una ordinanza contingibile e urgente risalente alla fine dell’estate scorsa con la quale il Sindaco di Messina Federico Basile si assunse in toto, con AMAM, di collegare due pozzi, quelli di Briga, PRIVI DI SISTEMI DI FILTRAGGIO. Fatto che oggi l’ASP evidenzia intimando i lavori necessari, alla rete idrica di Messina. Una responsabilità, quella di Basile, non da poco, visto che la potabilità dell’acqua derivante dai pozzi di Briga e frettolosamente mischiata con quella della Santissima e del Fiumefreddo, non è stata ancora, da settembre 2024 al mese di aprile 2025, certificata da ASP. Certificazione che ASP non può dare (non ha neanche iniziato i prelievi) in mancanza di un allaccio di sicurezza di tutti e quattro i pozzi che fino a poco tempo fa erano ancora allacciati alla rete idrica gestita da AMAM. Infatti, i pozzi di Briga, visto il parere di ASP, sono stati staccati, in fretta e furia, come furono allacciati, dall’amministrazione comunale.
Senza la certificazione di ASP, pertanto, l’acqua di Messina NON PUO’ essere considerata potabile, come la politica di servizio e di conseguenti costi AMAM continua a prevedere in bolletta. Non è potabile per legge, come la senatrice Dafne Musolino ha più volte scritto nelle sue note, a differenza da quanto incautamente sostenuto anche dall’ultimo degli assessori, in termini di nomina. Nino Carreri infatti aveva sostenuto che “Lo ripetiamo ancora una volta, l’acqua è potabile ma manca la certificazione di ASP”. Lo scriveva lo scorso maggio in una nota l’assessore comunale Carreri ed è come dire “non ho la patente ma so guidare lo stesso”. Un’affermazione paradossale sulla quale c’è molto da riflettere.
Ed oggi la riflessione è finalmente scattata, anzi è stata presentato un esposto in Procura della Repubblica dal Comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto”, ed è stata presentata proprio dalla senatrice Musolino, anche una interrogazione ai Ministri dell’Ambiente e della Salute.
A queste azioni oggi si assiste al risveglio del Consiglio comunale che dalla questione “acqua di Messina a Taormina, perché?” era rimasto silente e letargico. Anzi aveva anche liquidato la cosa come “inutile polemica”, anzi anche “un polverone” come qualcuno scrisse sul quotidiano locale. OGGI? L’odor di Procura e di indagini obbligatorie sul caso della potabilità dell’acqua, l’improvviso irrigidimento dell’ASP che ha chiarito che non si possono fare prelievi per la certificazione se non si provvede a mettere in sicurezza i pozzi aggiunti, e l’indignazione della popolazione, suonano come sirene d’allarme da incursione aerea che hanno suonato la sveglia in Consiglio Comunale e non solo. Alla buon’ora! Meglio tardi che mai! Le cinque domande poste dai consiglieri comunali, 15 se non erriamo, gli stessi che hanno indetto una seduta straordinaria, hanno da tempo risposta! Ma quasi nessuno, prima, si era dimostrato interessato. Tranne una senatrice.
