voce di Sicilia
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Saldi e commercio a Messina in crisi? Non è lo stesso dappertutto. Manca “evoluzione” e programmazione

Il commercio messinese è in crisi? Lo dimostrano i dati che mostrano un flop degli acquisti e non solo durante i saldi invernali, ormai un trend.

Ma come? Verrebbe da chiedersi come sia possibile questo “flop”, visto quanto dichiarato dal Sindaco di Messina Federico Basile nellintervista più contestata di sempre, dove il primo cittadino si sforzava di rappresentare “tutte le meraviglie” del “brand Messina“: “una pianificazione strategica, dove non si tratta di organizzare un evento fine a se stesso, ma promuovere e valorizzare il ‘brand Messina’. Quando c’è il ‘concertone’, che costa 100 euro c’è un indotto pari al 130 per cento del costo“. E invece?

Messina non vive di soli concerti.

A Messina chiudono i negozi piccoli ma anche quelli di grandi dimensioni come Benetton e proprio con grande incidenza nell’isola pedonale.

Un danno annunciato? I commercianti hanno condotto una battaglia già persa in partenza: quella di non far chiudere l’isola pedonale è stata una lotta inascoltata e inconcludente. Ma l’incisività delle battaglie necessita di coesione, coraggio e coerenza. Nessuna di queste è pervenuta. Oggi, pertanto, le ferite ci sono e la speranza di “rifarsi” si è estinta con i risultati che si leggono da dati implacabili: 132 imprese in meno a Messina nel settore commercio, 214 cessazioni contro 82 nuove iscrizioni.

E’ un segnale indiscutibile di evidente crisi dell’unico settore, il commercio, che, dopo quello rappresentato dal reddito da impiego statale, è nervatura del sistema economico cittadino.

Colpa di chi?

Da un lato c’è il governo con il suo carico fiscale, dall’altro le associazioni di categoria che oltre gli street food non hanno saputo fare; da un altro lato ancora c’è l’amministrazione locale che non ha avviato programmi concreti di sviluppo se non una serie di “concertoni” sul cui ritorno diretto in economicità locale è tutto da vedere.

Ma su tutto pesa l’incapacità di evolversi dei commercianti messinesi, privi di idee fresche, apparentemente inabili a fronteggiare e adeguarsi allo stesso nuovo commercio che tende sempre più verso gli acquisti on line e, soprattutto più assortiti. Ma soprattutto “comodi”, visto che “non devo impazzire per trovare un parcheggio in centro”. Si può criticare questa mentalità quanto si vuole, ma rimane un’esigenza, non solo messinese, che non è stata risolta dalla più grande programmazione di sempre di parcheggi in città!

A chi tocca la sfida?

La sfida non è quindi solo del governo, del Comune o delle associazioni, che hanno mancato di molto ogni obiettivo, ma anche e soprattutto dei commercianti stessi, spesso terze o quarte generazioni di grandi nomi che hanno creato piccoli imperi economici in tempi molto diversi, oggi non più esistenti. Piccoli imperi economici che si stanno letteralmente sfaldando e dilapidando per gestire una crisi che è ormai endemica perché alimentata dall’incapacità di chi dovrebbe creare occasioni concrete, reali opportunità, almeno sedendosi seriamente ad un tavolo di salvataggio del sistema economico Messina. Una città che al momento si mantiene solo sugli stipendi statali, sulla precarietà senza sbocchi e sui cantieri finanziati da fondi pubblici. Che fine fa la spesa individuale derivante dalle uniche fonti di reddito reale a Messina? La maggior parte finisce fuori città e proprio con gli acquisti on line. Questo è il dato che rappresenta la vera sfida per i commercianti messinesi che non possono essere lasciati soli ad abbassare le saracinesche e a licenziare giovani che finiranno altrove.

Qual è la prova?

La prova di tutto questo? Tanto per tornare al focus iniziale, i saldi invernali non sono “andati male dappertutto”.

Al Nord città come Milano, Firenze, ma anche a Roma e Napoli, i dati sono in crescita: l’Ufficio Studi Confcommercio e Format Research hanno analizzato i numeri raggiunti fino ad ora dai saldi invernali 2025, facendo particolare attenzione all’impatto dei flussi turistici sull’andamento degli sconti. I risultati sono stati chiari: Firenze al momento è la città “regina dello shopping”, detiene infatti il primato con il 40,1% dei negozi visitati da turisti sia italiani che stranieri. A seguirla ci sono Milano con il 36,3%, Roma col 34,4% e Napoli con il 32,1%. Altro dato importante rivelato dal report è quello sul valore degli scontrini. Se secondo le stile di Confcommercio, la spesa media in periodo di saldi di ogni famiglia italiana si sarebbe aggirata intorno ai 138 euro (per un giro di affari da 4,9 miliardi di euro), a Milano questi valori sono stati superati. Nel capoluogo lombardo, infatti, i clienti hanno speso in media 182 euro per ogni acquisto. Firenze si è classificata seconda con degli scontrini medi da 166 euro, a seguirla c’è Roma con 160 euro e infine Napoli con 105 euro (cit. Fanpage). E a Messina? Qual è stata la spesa media? Interessante sarebbe avere il dato, visto che non è vero che i “consumi vanno diminuendo” e che “c’è poca capacità di spesa”. E’ il commercio messinese che non sa come intercettarla.

I “dati vanno interpretati bene“? E’ proprio così.

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