“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Frase affidata a Tancredi, personaggio del libro Il Gattopardo (1958) di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, la pronunciava in epoca borbonica, quando la classe dirigente era in declino e si enfatizzava la frattura con le classi lavoratrici e contadine. Frase, quella, che non ha mai perso minimamente valore né significato, soprattutto in Sicilia. Frase, questa, che sembra attagliarsi perfettamente agli stravolgimenti politici a cui i messinesi stanno assistendo, giorno per giorno.
Ormai la domanda “chi è il sindaco di Messina” ha una risposta scontata, a dispetto di ogni dichiarazione contraria e di facciata. A scapito di ogni voto depositato nell’urna. Ma anche questo è opinabile, visto che Basile fu candidato eletto perché “portato” da un De Luca in periodo politicamente “d’oro” in termini di consenso (qualcuno scrisse all’epoca, che “anche un gatto sarebbe stato eletto a Messina“.) .
Così dopo la “rivoluzione ” ad AMAM con l’azzeramento dei vertici, che almeno avevano esperienza della azienda e, pur con criticità evidenti, sapevano dove metter mano, oggi c’è un nuovo cda, con un presidente ingegnere/ambientalista ed esperto di acquiloni, che non ha idea di come gestire una crisi idrica ancora in atto, ma che sicuramente si lascerà docilmente guidare da chi tiene le fila.
Stessa cosa avverrà ad ATM. Anche qui si cambierà tutto per non cambiare nulla, ed affinché tutto rimanga utilmente com’è, si nominerà un nuovo presidente, il cui nome per adesso appartiene solo alle congetture del totonomine, ma al neo nominato o nominata, si lascerà pur sempre vicino il fido Pippo Campagna, presidente uscente. Sarà quindi libera di cambiare qualcosa la nuova presidenza? La risposta la lasciamo agli eventi, ma di certo Campagna avrà le mani più libere su Taormina con la presidenza di ASM, e potrà financo diventare direttore generale della Città Metropolitana di Messina, casella lasciata opportunamente libera da Salvo Puccio, fido anche lui.
Ma il giro delle caselle delle partecipate (cambiali all’incasso?) e non solo, è solo all’inizio. Come fosse l’applicazione dello spoil system esercitato da un sindaco nuovo che ha sostituito il vecchio. Messina CASO UNICO in Italia, per non andare oltre i confini.
Precisiamo, però: in carica c’è sempre lui, Federico Basile. Ma quanto è d’accordo Basile che della sua città, da lui legalmente e politicamente (meno) rappresentata, si faccia “cosa sua”, intendiamo dell’altro sindaco che lo è, a questo punto, di due città? Basile sorride, scherza e spesso tace, parla poco se non per avallare la linea del capopartito, e probabilmente, si domanda del suo futuro politico. Almeno, a dir il vero, si spera lo faccia, perché in questo momento di stravolgimenti messinesi, per procura da Taormina, Basile sembra sempre più, passi la metafora, la famosa rana che sta nell’acqua tiepida e confortevole, che man mano diventando calda fino a bollente e che alla fine… la cucinerà.
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