Torrenti che esondano, auto trascinate via, insieme a vegetazioni, arbusti e pietre. Torna la paura lungo gli argini dei fiumi, sulle pendici che conducono a mare nel messinese.
La periferia che con il caldo ed il sole, attraversammo con l’ingegnere Gaetano Sciacca, mostrava chiaramente il rischio che adesso si sta concretizzando alle prime piogge. Precipitazione che non sono quelle a cui il nostro territorio è abituato ma veri e propri violenti monsoni che scaricano in pochi minuti la quantità di acqua piovana che normalmente veniva distribuita nell’arco di mesi. Il territorio messinese non è pronto al clima tropicale a cui la Sicilia sta andando inesorabilmente incontro.
E nelle puntate di ReportMe l’ex cappo del Genio Civile Sciacca lo aveva detto, mostrato.
Aveva anche invocato interventi urgenti e ci eravamo chiesti a che era servito realizzare parcheggi su torrenti tombati che, con il nuovo quantitativo di acqua piovana che si abbatte su territori aridi e non sicuri, deforestati, potrebbero tracimare e riprendersi lo spazio vitale sottratto dall’uomo. Insomma perché non intervenire per mettere in sicurezza un territorio pericoloso ed abbandonato? Perché spendere milioni per cordoli, aree di parcheggio di interscambio, che ribadiamo tali non sono, senza curarsi di cosa c’è sotto e di come stanno le pendici delle nostre colline? Perché creare nuove strutture che in caso di esondazione saranno oggetti estranei che scivoleranno giù con acqua, pietre e alberi strappati? Perché?
La domanda è rimasta senza risposta. E ancora oggi, l’acqua che scende imponente a Zafferia, dopo pochi minuti di pioggia, non impensierisce nessuno, non toglie il sonno a chi, nelle passate amministrazioni, compresa questa, è rimasto fermo in periferia, abbellendo il centro.
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