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Crisi idrica – A Messina si perde oltre il 60% di acqua nella rete (prima era il 52%). In Commissione regionale, quel che doveva salvare l’Amministrazione comunale, la inguaia

- 16/10/2024

Si è tenuto oggi il primo incontro interlocutorio in IV Commissione all’Assemblea Regionale
Siciliana (ARS) sulla gestione dell’emergenza idrica che ha colpito la città di Messina. L’incontro,
richiesto dal deputato di Sud chiama Nord Pippo Lombardo, ha visto la partecipazione del sindaco Federico Basile, accompagnato dall’assessore Francesco Caminiti, dal direttore generale Salvo Puccio e dalla dimissionata (nella nota stampa senza l’indicazione ex) presidente di AMAM Loredana Bonasera.

L’intenzione all’ARS era quella del Sindaco Basile di presentare “un dettagliato report sulla gestione della crisi idrica, evidenziando le difficoltà incontrate dall’amministrazione comunale”. Obiettivo non raggiunto perché, come riporta implacabilmente la stessa nota comunale “Non hanno infatti partecipato alla seduta l’assessore Regionale per l’Energia e i Servizi di Pubblica
Utilità Giovanni Di Mauro, il dirigente del Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti Arturo Vallone, e il dirigente della Protezione Civile e coordinatore della cabina di regia Salvatore Cocina. Alla riunione hanno preso parte invece l’ing. Duilio Alongi dirigente del Dipartimento Tecnico e l’avv. Francesca Spedale dirigente responsabile del Servizio Concessioni Idriche”.

Insomma Basile e co. non hanno avuto il pubblico autorevole a cui spiegare “le responsabilità attribuibili alla cabina di regia regionale, che ha negato a Messina un incremento dell’erogazione di acqua nel momento critico dell’emergenza”. Ma al netto dei calcoli del sindaco di Messina di cui abbiamo già ampiamente riportato e che descriverebbero un “errore” che secondo Basile sarebbe un’incongruenza derivata però sui dati comunicati proprio da AMAM, quel che salta agli occhi è il dato che è indicato proprio a rinforzare la tesi del Sindaco e di AMAM e che, invece, finisce per inguaiare tutta la difesa dell’amministrazione messinese.

Il dato galeotto è il seguente: “i dati evidenziano – si legge nella nota comunale – che, a fronte di una volumetria complessiva di oltre 34,7 milioni di metri cubi annui di acqua prelevata dalle fonti, il volume effettivamente fatturato all’utenza ammonta a circa 14,6 milioni di metri cubi. (…) Questo divario significativo tra l’acqua prelevata e quella fatturata evidenzia ulteriormente le criticità non considerate dal Dipartimento, come le perdite idriche lungo la rete“. Insomma l’acqua si perde per strada dalle fonti a Messina e poi in città. I numeri evidenziano che a differenza di quanto riferito in aula consiliare dalla ormai dimissionata Presidente di AMAM Bonasera, le perdite non sono il 52% di acqua in rete, ma oltre il 60%!

Ma allora i cinque step? Le migliorie annunciate? I fondi spesi? Dov’è finita l’acqua di Messina? Persa per strada? E i fondi per gli interventi e per l’efficientamento? Che fine hanno fatto? In sei anni siamo solo riusciti a peggiorare il rapporto tra l’acqua immessa in rete e quella che arriva realmente ai cittadini? Ed i messinesi credono ancora davvero all’acqua H24? Questa non è storia a terminare presto e facilmente.