A che punto è l’ASP per la certificazione ufficiale della potabilità dell’acqua? E’ passato quasi un mese dall’ordinanza “temeraria” del Sindaco Basile che il 5 settembre scorso decise di immettere nella rete idrica cittadina, senza se e senza ma, l’acqua dei pozzi di Briga 1 e 2, acqua con potabilità non certificata da Asp. Di certo quello di Basile è stato un azzardo, seppur calcolato viste le analisi commissionate dall’Amministrazione comunale di Messina, a due laboratori privati. Esiti di cui non c’è traccia pubblica se non le dichiarazioni del Sindaco in una nota stampa che, pochi giorni dopo l’ordinanza, da un lato rassicurava e dall’altro, però, confermava l’ordinanza laddove raccomandava “uso solo per esigenze igienico sanitarie”. Analisi comunque che certificano solo un dato momento nel ciclo di erogazione dei pozzi.
Ad un mese dall’ordinanza, però, da ASP nessuna nuova. Il processo può essere lungo. Il “giudizio di idoneità” al consumo umano di un’acqua, rilasciato dall’Azienda sanitaria territorialmente competente a seguito di una richiesta delle parti interessate tra cui sindaci, gestori idro-potabili o imprese alimentari, è subordinato all’acquisizione e valutazione di dati ottenuti tramite controlli ispettivi e attività analitiche, non necessariamente correlato all’assenza di un superamento dei valori di parametro, ma alla valutazione complessiva dello stato di qualità dell’acqua.
Dal punto di vista organizzativo, l’Autorità Sanitaria Territoriale deve predisporre un piano annuale che regoli la frequenza delle analisi.
Inoltre, il d.lgs. 18/2023 acqua detta diverse disposizioni relative ai punti in cui avviene il prelievo dell’acqua destinata al consumo umano, dove occorre necessariamente monitorare particolari parametri tra cui, ad esempio, la qualità microbiologica e chimica.
Potrebbe quindi volerci un anno per completare tutti i controlli? Potrebbe. Nel frattempo non vi è certezza sulla potabilità se non quel che sottoscrivono le analisi su prelievi estemporanei, ovvero che certificano la potabilità dei pozzi di Briga 1 e 2 in un dato momento. Ma se l’ASP effettua controlli per un periodo di sicurezza di un anno un motivo ci sarà.
Nel frattempo il direttore generale Pierfrancesco Donato abbandona la poltrona di AMAM ed anche piuttosto alla chetichella e l’azienda non fornisce, ad oggi, spiegazioni chiare ed esaustive.
Condividi: