Il ferragosto appena trascorso ha visto l’acqua sul selciato per la Vara, tre autobotti in prestito dalla provincia di Messina per non utilizzare quelle del Comune per la manifestazione religiosa intitolata alla Madonna. Contemporaneamente niente acqua a Larderia inferiore, e solo per due ore e mezza nella terza Circoscrizione, dalle 5.30 alle 7.30 circa del mattino.
Scrive Alessandro Cacciotto Presidente della Terza Circoscrizione “molte abitazioni di Villaggio Aldisio cosi come Quartiere Lombardo ricevono giornalmente 2 ore e mezza di acqua a partire dalle 5:30 / 6:00 del mattino. Ciò significa aver completamente modificato lo stile di vita.
Famiglie costrette ad alzarsi all’ alba d’estate per farsi una doccia o una lavatrice. Gente a volte impossibilitata ad andare al mare perché poi acqua a casa non ce n’è. È mortificante tutto ciò e purtroppo è diventata normalità anche prima dell’ emergenza idrica”. “Normalità”? Se ci abituiamo anche a questo e nessuna voce si alza, allora ci si abituerà a tutto! Anche a molto peggio di così.
Le difficoltà per la crisi idrica a Messina sono enormi e si tenta di tamponarle con il razionamento a zone alterne e con la riduzione da risorse come quelle della Santissima in zona Sud. Un apri e chiudi di saracinesche e di farfalle di tubature che non riusciamo a comprendere.
L’incomprensione nasce dal fatto che ad oggi non si ha notizia di gravi difficoltà negli altri abitati della zona jonica del messinese, e neanche della zona tirrenica, dove la siccità ha di certo causato qualche difficoltà ed ordinanze anti spreco, ma non risulta che siano state necessarie mettere in campo autobotti per risolvere quella che a Messina è una straordinaria penuria idrica.
Insomma perché Messina ha sete? E perché ne ha così tanta da dover ricorrere alle autobotti? Città come Roccalumera, Giardini, Santa Teresa, non sono anch’esse rifornite dal Fiumefreddo? Eppure sono anche queste città baciate dal turismo ma non sembra lamentino le stesse difficoltà di Messina. Per non parlare di Taormina…
Torregrotta, Roccafiorita e San Piero Patti hanno fornito le loro autobotti per sostituire le tre del Comune di Messina in servizio ieri per la Vara. Ma questi paesi non soffrono di penuria d’acqua? Non servono a loro le autobotti? Evidentemente no e non certo, come abbiamo letto da qualche parte, perché “i Nebrodi sono pieni d’acqua”. Anche Messina lo è, e tanto per non ripetere la stessa cosa che abbiamo già scritto, perché Messina non ha ancora aperto i pozzi di Briga? E tutti gli altri? Perché non si è provveduto tramite il Prefetto a captare anche quelli privati e non dichiarati che sono tanti a Messina e che determinano “isole felici” e segrete che hanno acqua H24 ma non certo per merito dell’Amministrazione Basile. Perché non si è provveduto PRIMA? Di tempo ce n’è stato: sei anni e già dal 2021 lo stesso Puccio, DG del Comune di Messina e della Città Metropolitana oggi, ma allora dell’AMAM, in una diretta da Montesanto diceva proprio questo “la penuria di precipitazioni è estrema”. Siamo arrivati al 2024 e il Comune di Messina si continua ad affidare solo alle autobotti. Né si segue l’esempio del sindaco di Naso che, coordinato dalla cabina di regia della Regione Siciliana, attiva un pozzo da 6 litri secondo che risolve il problema della sua comunità?
Perché non si è provveduto prima, in questi sei anni a rimediare ad una perdita idrica arrivata al 60% nelle condutture messinesi? Che fine ha fatto il Montesanto, il serbatoio che doveva risolvere tutti i problemi con la sua capienza di 20 mila metri cubi d’acqua? A cosa sono serviti i 5 stop idrici di quest’inverno che hanno già dimostrato, come ricordato dalla Senatrice di Italia Viva Dafne Musolino in suo video di oggi, “che lo stress test dimostrava già da solo le criticità di una Messina che ha riavuto l’acqua dopo 48 ore dalla fine dei lavori di cui, tra l’altro, non si ha alcuna contezza” ? Insomma cosa sta succedendo a Messina?
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