Clara Crocè si è ricreduta, anzi ravveduta, sulla tenuta del sistema dei Servizi Sociali a Messina, operati per il tramite della Messina Social City? O la sua è una protesta politica?
Di certo è strano che la pasionaria dalle mille, anzi che dico milioni, anzi miliardi di battaglie sindacali, abbia fatto un’uscita imprevedibile, come quella del suo scomodissimo post per l’amministrazione del Sindaco Basile.
Il suo j’accuse contro chi “ha la responsabilità della gestione dell’area dei servizi Casa Serena, Fratelli tutti, SADH e SADA faccia immediatamente un passo indietro“. La Crocè di Fiadel definisce “pessima” la gestione del personale in quanto “affidata ad una sola persona e al gruppo di assistenti sociali“.
Scrivendo, inoltre, un appello che è largamente condiviso: “Gli assistenti sociali fuori dalle stanze!”. Si, perché l’assistenza alle famiglie in difficoltà non può svolgersi SOLO PER TELEFONO. Vi sono famiglie, infatti, che dichiarano di non aver mai conosciuto l’assistente sociale di riferimento. Cosa, questa, tristissima e gravissima.
Ma tornando alla Crocè, che indebitamente usa una caricatura del logo di Voce di Sicilia, con l’aggiunta di un termine siciliano (ma la lasciamo fare vista anche la pochissima visibilità che la signora ha) si può dire che la sindacalista, prima CGIL e oggi Fiadel, abbia davvero innescato l’ennesima bomba politica tra le mani del povero sindaco Basile, già intento a cercare l’acqua sparita a Messina. In aiuto dell’Amministrazione è arrivato persino l’imparzialissimo (così dovrebbe essere per regolamento) Presidente del Consiglio comunale Nello Pergolizzi, che in un laconico post nel quale non vi è scritto a chi è rivolto, ma leggendolo si capisce benissimo, ha descritto la Crocè come un vento che non si sa da quale parte si volti da un momento all’altro. Insomma Crocè persona “imprevedibile”?
PALMIRA MANCUSO: “Non a me deve chiedere scusa”
Intanto, sulla vicenda che non avrà di certo una breve vita, si inserisce Palmira Mancuso di +Europa che scrive in una nota stampa prima, in un post poi oggi, quanto segue:
“Non sappiamo cosa abbia scatenato l’epifania della sindacalista Clara Crocè,” esordisce Palmira Mancuso, coordinatrice regionale di Più Europa, “che è passata dall’essere tazza e cucchiaio con la presidente Valeria Asquini a scoprire, solo ora, quello che io denuncio da tempo. Anche la sindacalista ha finalmente capito. E adesso? Chieda almeno scusa.”
Il documento inviato il 25 settembre ai vertici di Messina Social City, in cui Crocè lamenta disservizi e mancanza di organizzazione, suona come una tardiva ammissione di un fallimento che tutti conoscono. “Non a me deve chiedere scusa,” continua Mancuso, “perché io ho sempre saputo cosa denunciavo, così come lo sa Angela Rizzo e tutti quelli non stregati o comprati dal sistema De Luca.”
Le parole di Mancuso sono dure, ma riflettono una verità ormai ineludibile. Tanto che la stessa Crocè scrive: “È inaccettabile che la gestione di Messina Social City ricordi ancora il vecchio sistema cooperativistico, con lavoratori demotivati, utenti penalizzati e servizi organizzati senza logica né rispetto per le esigenze dei dipendenti,” affermando una verità che la leader siciliana di Più Europa denuncia da mesi, subendo attacchi anche personali dalla stessa sindacalista.
“Il risveglio tardivo di Crocè, che oggi si scaglia contro la disorganizzazione e la mancanza di trasparenza nei servizi SADH e SAD della Messina Social City, ci lascia comunque molta amarezza – conclude Mancuso – perchè è la dimostrazione di quanto l’appartenza al partito di Cateno De Luca, finzanziato anche da chi riceve incarichi fiduciari, ostacoli il normale confronto tra soggetti sociali e chi amministra. Adesso ci auguriamo che Valeria Asquini risponda almeno alla sua sindacalista di fiducia, nonchè compagna di partito”.
In un post odierno scrive Mancuso:
“La Asquini non ha gradito che la nota della Fiadel abbia provocato reazioni politiche. Allora spieghi alla sua sindacalista di fiducia e compagna di partito (così lo sappiamo anche noi) perchè ci sono tanti disagi. O meglio. E’ chiaro che la Crocè si è mossa “costretta” dai suoi iscritti, lavoratori che alla Messina Social City si occupavano dell’assistenza igienico personale nelle scuole (in pratica imboccare i bambini o accompagnarli in bagno) e che sono stati trasferiti d’imperio alla assistenza domiciliare anziani e disabili con manifesta incompetenza e quindi provocando disagi anche agli utenti (come abbiamo sempre provato). Non ci sorprende che la sindacalista debba dar conto ai propri iscritti, ci sorprende la nota con cui la Asquini tenta sempre di sminuire la portata delle loro beghe interne, come se non fossero di pubblico interesse. Questi lavoratori (che evidentemente grazie al sindacato) erano stati assegnati a compiti più semplici, adesso devono scegliere se prendere o lasciare. Ma cosa sta succedendo alla Messina Social City???” Così sui social Palmira Mancuso (Più Europa) commenta la nota di Messina Social City a seguito della polemica seguita alle critiche di Fiadel sulla gestione dei servizi di assistenza domiciliare ad anziani e disabili.”
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