di Giuseppe Bevacqua
KUSH: una miscela sintetica di oppioidi, cannabis, disinfettanti e, secondo alcuni abitanti del luogo, polvere di ossa umane dissotterrate dalle tombe e triturate. Evenienza questa che risulta però poco plausibile, seppur rilanciata enfaticamente da alcuni media.
L’arrivo di droghe come questa, la sua fabbricazione che non necessita di ampi campi di coltivazione come le droghe “tradizionali”, è il sintomo di un mondo degli stupefacenti e delle dipendenze che cambia e che, quello dello spaccio, risponde alla “necessità” dei consumatori di aumentare sempre di più lo sballo, fino alla morte. E chi sostiene che la marijuana è “una droga leggera” e chi vorrebbe legalizzarla, è bene che sappia che droghe letali come il KUSH, prendono l’avvio della preparazione proprio avendo come base la marijuana. Le inflorescenze diventano infatti ospiti di sostanze letali come il Nitazene, 100 volte più potente di un’altra sostanza farmacologica mortale come il Fentanyl. Tanto letali che risulta pericolosissimo anche solo maneggiarle.
Si tratta di sostanze aggiunte e delle quali non vi è visibilità evidente. Per cui sostanze come il nitazene o come il fentanyl, potrebbero tranquillamente essere presenti non solo nella marijuana ma anche in quei farmaci acquistati on line, spesso dal dark web, spacciati per altro. Non vi può essere certezza, quindi, di ciò che si assume se non è reperito, riguardo ai farmaci, dai canali legali, ufficiali e controllati.
KUSH DAL SIERRA LEONE
La sostanza psicoattiva ha effetti negativi anche sulla salute mentale: secondo l’ospedale psichiatrico della Sierra Leone, l’unica istituzione del suo genere nel Paese, tra il 2020 e il 2023 i ricoveri legati alla Kush sono aumentati di quasi il 4.000%.
Il farmaco, assunto principalmente da uomini di età compresa tra 18 e 25 anni , provoca addormentamento mentre camminano, cadute, sbattimenti della testa contro superfici dure e movimenti nel traffico.
Il Kush non deve essere confuso con la droga con lo stesso nome che si trova negli Stati Uniti, che è una miscela di “una serie di sostanze chimiche in continua evoluzione” spruzzate su materia vegetale e fumate. Il Kush in Sierra Leone è piuttosto diverso; è una miscela di cannabis, fentanyl, tramadolo, formaldeide e, secondo alcuni, ossa umane macinate .
La droga è miscelata da bande criminali locali, ma le fonti di produzione sono internazionali, favorite senza dubbio da Internet e dalle comunicazioni digitali.
Il Kush è un altro esempio di miscele di più farmaci di cui gli scienziati forensi stanno diventando sempre più consapevoli. Un’altra droga a base di tabacco e cannabis, il nyaope , altrimenti noto come whoonga, si trova in Sudafrica. Questa volta il tabacco e la cannabis sono mescolati con eroina e farmaci antiretrovirali usati per curare l’AIDS, alcuni dei quali sono allucinogeni .
Un’ulteriore polidroga, la “pipa bianca” , una miscela di metaqualone (Mandrax), cannabis e tabacco, viene fumata nell’Africa meridionale. Queste droghe sono poco costose e forniscono una via di fuga dalla disoccupazione, dalla fatica della povertà, dagli abusi sessuali e fisici e, in alcuni casi, soprattutto nell’Africa occidentale, dall’essere stati bambini soldato.
DROGHE SEMPRE PIU’ CHIMICHE
La chimica è ormai la parola d’ordine dei narcotrafficanti. Con la chimica non solo è possibile preparare nuove droghe, oggi consente di rendere fino a mille volte più potenti droghe apparentemente meno devastanti, come la marijuana, appunto. Deve, pertanto essere cambiato l’atteggiamento del “tanto la canne se le fanno tutti”. La chimica è il vero pericolo e le sue sostanze addizionate a quello che apparentemente sembra tutt’altro.
Sostanze come il fentanyl e come il nitazene creano dipendenza irreversibile e sono causa di numeri in crescita di morte per overdose (e ne basta davvero pochissima, in termini millesimali) e, soprattutto, causa certa di malattie psichiatriche. Se ieri infatti dalla dipendenza da droghe come cocaina, eroina e marijuana, si usciva per volontà, con aiuto e supporto, e superando l’astinenza, con l’addizione di queste sostanze velenose, unitamente a insetticidi, anche benzina, e altri farmaci, la possibilità di uscire del tutto indenni da una dipendenza da crack, da marijuana manipolata e dalla coorte di sostanze stupefacenti chimiche, è del tutto crollata, prossima allo zero.
NITAZENE E FENTANYL: SOSTANZE CHE NON SAI SE CI SONO
I nitazeni furono sviluppati per la prima volta negli anni ’50 come farmaci antidolorifici, ma sono così potenti e creano dipendenza che non sono mai stati approvati per uso medico o terapeutico.
Negli ultimi anni sono stati collegati a migliaia di decessi negli Stati Uniti.
Nel 2019 è stato segnalato che, a loro insaputa, i consumatori venivano tagliati e miscelati per ottenere eroina, cocaina e pillole da strada.
Iniettati, inalati o ingeriti, mescolati ad altre droghe e all’alcol sono estremamente pericolosi e aumentano notevolmente il rischio di overdose e morte.
L’Agenzia per la sanità pubblica (PHA) dell’Irlanda del Nord ha affermato che questa categoria di nuovi oppioidi sintetici presenta “diversi livelli di potenza che possono avere effetti dannosi per l’organismo”.
Ha aggiunto che la maggior parte delle overdose fatali è dovuta all’uso di più di un tipo di droga e che qualsiasi combinazione di farmaci da prescrizione, farmaci da banco, droghe illecite e alcol può essere pericolosa.
“Mescolare diversi tipi di farmaci è imprevedibile, può aumentare la tossicità di sostanze già potenzialmente dannose e aumenta il rischio di danni gravi.”
All’inizio di quest’anno, sono stati emessi avvisi di sanità pubblica in merito all’abuso di Nitazene in alcune parti della Scozia e delle Midlands, in Inghilterra, dopo un forte aumento di casi di overdose e decessi dovuti a droga.
DANNI E MALATTIE PSICHIATRICHE: LA SOTTOSTIMA DELLE FAMIGLIE
Ad essere sottostimato è praticamente ogni aspetto: consumo, offerta, numero di sequestri, pericolosità, facilità di reperimento, implicazioni legali. “Quando si parla di queste sostanze, è tutto colossalmente sottostimato”, ripete Carlo Locatelli in un’intervista a Il Fatto Quotidiano del 2019. Da dieci anni dirige il Centro nazionale di informazione tossicologica, l’istituto italiano che si occupa di valutare, monitorare e segnalare le nuove sostanze d’abuso.
Oggi da dipendenze da sostanze chimiche, per la maggior parte, si viene fuori con malattie psichiatriche più o meno importanti (dipende dalla storia di abuso) e che spesso si cronicizzano, diventando incurabili.
Spiega il tossicologo Locatelli, alcune di queste droghe, come gli oppioidi sintetici, “possono produrre danni psichiatrici permanenti, come psicosi e schizofrenie, e anche un leggero sovradosaggio può essere letale”. Un problema che riguarda sopratutto i più giovani, che rappresentano quasi la metà dei consumatori. Secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità, il 13,9% degli studenti, ossia circa 360mila ragazzi, ha detto di aver usato droghe sintetiche almeno una volta nella vita.
SEQUESTRI E LOTTA ALL’IMPORTAZIONE
Nel 2018, le autorità italiane hanno registrato 95 nuove sostante psicoattive: il 60% riguarda oppioidi sintetici, cannabinoidi sintetici e catinoni sintetici. In un solo anno, i sequestri di droghe sintetiche in polvere sono aumentati del 101% e quelli in dosi del 13%. La quantità in termini assoluti è piuttosto bassa: circa 144 chilogrammi, pari allo 0,1% del totale di stupefacenti sequestrati. Nel 2022 c’è stato un record assoluto di sequestro di cocaina con 26 tonnellate e che le organizzazioni criminali, dopo le restrizioni mondiali dovute al Covid19, dai luoghi di produzione dove eccedeva lo stupefacente non commercializzato, pur mantenendo il traffico attraverso schemi operativi tradizionali, hanno saputo sfruttare la rete internet, i corrieri postali e commerciali e i sistemi di comunicazione criptata.
A livello nazionale, nel 2022 il sequestro di droga ha raggiunto complessivamente le 75 tonnellate nonostante il cambio di strategia delle organizzazioni criminali, che per evitare di perdere grosse importazioni dai sequestri hanno ridotto i carichi di droga aumentando le spedizioni.
Questi numeri però non riflettono minimamente la realtà del problema. Innanzitutto, c’è da considerare che il 95% di tutti i sequestri ha riguardato marijuana e hashish. Ma il punto, spiega Locatelli, è che “quello 0,1% andrebbe moltiplicato per 1000. I dati sulle droghe sintetiche non sono comparabili con quelli delle vecchie droghe. Sono due universi totalmente diversi”. Il motivo? I cannabinoidi sintetici sono 500 volte più forti della marijuana e hanno effetti simili alla cocaina. Gli oppioidi sintetici come il fentanyl, a seconda della molecola, sono anche mille volte più potenti dell’eroina. Un singolo grammo di carfentanil, ad esempio, basta per tagliare più di duemila dosi. “Siamo davanti a un enorme errore documentale che porta a sottostimare il problema – ribadisce il tossicologo – perché spesso, quando parliamo di droghe sintetiche, un chilo vale quanto una tonnellata”.
Il commercio di queste droghe (“designer drugs” o “droghe su misura”) avviene con buona frequenza, come sottolinea la DCSA, attraverso siti che operano nel “dark web”, accessibili esclusivamente attraverso sistemi di crittografia per rendere molto difficoltosa l’identificazione delle persone coinvolte ed il tracciamento dei pagamenti.
Sfruttando, così, le grandi potenzialità offerte dal web, si possono effettuare ordini telematici e ricevere la droga a casa attraverso le spedizioni postali.
Nel 2022, le droghe sintetiche sequestrate nel corso di operazioni antidroga sono state rinvenute nella maggior parte dei casi occultate sulla persona (107), all’interno di pacchi o lettere postali (97), nelle abitazioni (86) e complessivamente sono state denunciate all’a.g. per traffico /spaccio 322 persone di cui 140 stranieri (in prevalenza filippini e cinesi).
Il traffico di queste sostanze genera profitti che possono oscillare tra il 700 ed il 1.000%, con costi aggiuntivi limitati e riferibili per lo più a quelli per il viaggio dal paese di produzione, con rischi abbastanza contenuti per la facilità con cui queste droghe possono essere occultate nei doppifondi ricavati dei veicoli, in treno o sulla persona.
I maggiori produttori di amfetamine sono la Polonia, la Repubblica Ceca e l’Olanda ( ma anche Germania e Regno Unito dove, in passato, sono stati individuati e smantellati almeno una trentina di laboratori clandestini), grazie anche alla presenza e alla “operosità” di molti chimici. (Droghe sintetiche e dark web – dott. Piero Innocenti)
FAMIGLIE CONSAPEVOLI
L’attenzione non può essere solo delle forze dell’ordine, ma l’aggravarsi ed il complicarsi dello scenario dell’offerta di droga chimica necessita che le famiglie siano davvero consapevoli mediante l’informazione e la corretta preparazione ad eventi che non sono “degli altri” ma di tutta una comunità giovanile sempre più esposta ai danni da droghe sintetiche. La scuola ha il suo ruolo fondamentale nel preparare i diretti interessati alla corretta conoscenza delle sostanze, degli effetti devastanti, dei danni irreversibili.
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