
Il PUMS è uno strumento di viabilità o un “principio” dell’assessore Mondello? E’ l’interrogativo che sorge spontaneo alla luce della prima seduta consiliare che ieri doveva votare il Piano Urbano della mobilità sostenibile ma che ha “varato” solo un rinvio.
La posta in gioco è altissima e non è costituita solo dalla credibilità politica dei consiglieri comunali ed il consenso dei propri elettori, ma è il futuro economico e la vivibilità della città di Messina. E non è neanche una questione di “interessi di pochi” come qualcuno ieri ha provato a far credere.
La nuova mobilità per come è prevista nel piano, fatta di piste ciclabili “solo tracciate, per decidere poi” o di vaste aree chiuse su un territorio, come ha detto il consigliere e capo gruppo di Fratelli d’Italia Libero Gioveni, che somiglia più “ad una banana, piuttosto che ad una torta”, non può permettersi di subire un blocco al centro della sua lunghezza che determinerà l’isolamento delle aree cittadine tra nord e sud ed il centro completamente chiuso.
Eppure, nonostante le evidenti criticità anche della sicurezza dovute ad uno strozzamento così importante dei flussi di collegamento di una città che già di per sé ha problemi di restringimenti delle carreggiate, l’opposizione sembra non voler fare opposizione.
Fa riflettere la posizione assunta dal capogruppo del PD Felice Calabrò, così come non piacciono i teatrini e le ridicole manfrine tra i due ex compagni di tanti consigli comunali, Pergolizzi e, appunto, Calabrò. L’uno si ricordi, pertanto, che rappresenta il ruolo di opposizione consegnatogli dagli elettori del PD, l’altro si rammenti che il ruolo di Presidente del Consiglio è super partes.
Ascoltando ieri il consigliere ed avvocato Felice Calabrò la domanda che si pone è a nome di chi ha parlato? A nome del PD? Ma Calabrò, già mischiato nelle lotte intestine espresse nel voto europeo diviso tra Lupo, da lui sostenuto, e la Timbro, prima di esprimere l’intenzione di voto del suo gruppo consiliare, si è confrontato con la base del Partito? E con chi? Il PD davvero vuole il PUMS così com’è: impopolare, inadeguato e non aderente alle reali esigenze di anziani, disabili, residenti? O Calabrò si comporta in rottura con un partito nel quale, dopo la sua mancata elezione a sindaco, ai tempi di Accorinti, si trova a disagio in quanto al allora ballottaggio lo “tradì”? E’ una resa dei conti sul PUMS e in seno al PD, o sono altri i motivi per i quali Calabrò voterà a favore trascinando con sè anche Antonella Russo e Alessandro Russo? E se ci sono altri motivi, quali sono? La città, gli elettori del PD, i cittadini tutti, devono conoscerli.
La linea di Fratelli d’Italia è, invece, netta e chiara, e oltre qualsiasi fede politica, sembra aver tenuto in conto le opinioni e le aspettative dei cittadini residenti, degli operatori economici della zona “colpita” dal nuovo piano redatto fuori Messina. “I commercianti dell’area del viale San Martino limitrofo a villa Dante – narra Gioveni – mi hanno fatto vedere i fatturati e sono esponenzialmente in negativo da quando è stata ristretta la strada davanti alle loro attività. In quel tratto non solo non è possibile la sosta breve, ma neanche si dà la possibilità che si fermi un’auto per far scendere un disabile, non può neanche fermarsi un’ambulanza per un soccorso”. Ed in quel tratto ci passano anche gli autobus, fianco a fianco con la circolazione che procede sulla carreggiata opposta.
Prende posizione contraria, oltre Gioveni, Currò e Carbone, anche la Consigliera del Gruppo Misto Sara Di Ciuccio: “Il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) rischia di avere un impatto altamente negativo su Messina e promette di infliggere un duro colpo agli operatori economici. Il voto è rimandato ma si prospetta una beffa per i cittadini – scrive in un post social la Di Ciuccio – sono sempre stata e rimango favorevole a una città più ecosostenibile e a misura d’uomo, ma non in questi termini. Chi pagherà il conto saranno i cittadini di tutte le categorie. Chi governa non può non tenere conto delle esigenze della città: è doveroso venire incontro alle attività economiche, garantendo una buona viabilità e un’adeguata vivibilità, fare sintesi tra le posizioni. Questa delibera produrrà una città fantasma, piena di saracinesche abbassate. L’ ecosostenibilità deve coincidere con l’erogazione di servizi e la creazione di infrastrutture che non danneggino i cittadini e che anzi li mettono in condizioni di aumentare il livello di vivibilità“.
Fa riflettere anche una dichiarazione resa ieri in aula dall’assessore Mondello secondo il quale ci sarebbero “importanti gruppi di affari che intendono investire sul viale San Martino e che attendono la programmazione comunale per farlo”. Quali sono questi gruppi? La città ha il diritto di saperlo. E cosa attendono? Che la linea sia chiara e che le migliori botteghe si liberino per avvenuto fallimento delle società locali? E questi gruppi reinvestiranno in città o dreneranno il poco denaro messinese fuori dai confini della città, decretandone così la morte economica ?
La discussione ed il voto è rinviato a lunedì prossimo.
