Dalle ceneri dei fondi PERSI del Pon Metro rinasce, come la mitica fenice, l’I-Hub, ma adesso si scopre a vocazione “anche” turistica. Che l’iter, che doveva essere finanziato dal Pon Metro, fosse fermo lo dimostrano le stesse parole del Sindaco Basile che, ormai, dialoga solo con Gazzetta del Sud: “Parallelamente (alle demolizioni delle altre strutture presenti nell’area, ndr.) vorremmo partire con il concorso di progettazione per disegnare l’I-hub“. Quindi con i fondi scaduti a dicembre 2023 non si era avviata alcuna progettazione, e non era stata programmata neanche la fase di completamento delle demolizioni delle rimanenti strutture come la Casa del Marinaio e che, adesso, dovrebbero cominciare a settembre di quest’anno. un completamento che verrà effettuato ben 12 mesi dopo il primo colpo di ruspa.
Ciò prova che nonostante i fondi programmati ed in scadenza con la misura del Pon Metro in scadenza il 30 dicembre dello scorso anno, tutto era rimasto fermo e inerte come la granaglia di pietrisco che da mesi fa mostra di sé a chi arriva a Messina al porto.
Oggi si prova a salvare capre e cavoli con il Pn-Plus che ha scadenza nel 2027, un recupero di fondi che non sostituiranno quelli perduti nel 2023 in quanto irrimediabilmente persi. Fondi quelli del 2023 che se fossero stati impiegati per le demolizioni e per la progettazione, almeno per questo, avrebbero permesso oggi a quelli che scadranno nel 2027 di essere impiegati per realizzare altro. La differenza matematica , infatti, è implacabile ed è come fare i conti della serva.
Ma c’è di più: l’I-hub adesso non sarebbe più solo struttura dedicata alla tecnologia ma improvvisamente si scoprirebbe “turistica”. Un vero e proprio salto mortale all’indietro con avvitamento dell’amministrazione. Un gioco di manipolazione dei fatti per NON DIRE e riconoscere che, con il decreto SUD quella, l’area coperta di pietrisco, non è più il fazzoletto di terra considerato area ZES. Per non aver il coraggio di affermare che le condizioni sono cambiate e da tempo, e si sarebbe dovuto provvedere diversamente, magari spostando il progetto altrove. Adesso ZES è tutto il sud e non avrebbe senso sviluppare un centro di sola tecnologia in quell’area fronte porto. Semmai dovrà diventare a vocazione turistica visto il terminal croceristico previsto proprio di fronte.
E non vi è giustificazione alcuna che possa cambiare quello che già la senatrice Musolino, unica voce di opposizione attiva e concreta in città, visto il silenzio in consiglio comunale. La Musolino in un’intervista aveva detto già tutto quanto sarebbe accaduto settimane fa, quando aveva puntato il dito sul progetto non più adeguato alla realtà economica della zona che originariamente aveva ben altra connotazione in qualità di unica zona economica speciale di Messina e sui fondi perduti. A quelle affermazioni seguì l’invito del sindaco Basile ad un confronto pubblico. Ma nonostante la disponibilità della senatrice di Italia Viva, Basile non ha mai fornito una data utile. Insomma, confronto naufragato e per “indisponibilità” del sindaco stesso, molto impegnato, per la verità, a supportare il suo leader De Luca nella campagna elettorale per le europee.
“Tecnologia e turismo” afferma il Sindaco Basile sempre a Gazzetta del Sud, in un esercizio estremo di “incollaggio” di un progetto che, cambiate le condizioni, si è rotto. Riattaccarlo alla bene e meglio, cercare di realizzarlo comunque, laddove non riscuoterà più l’interesse di grandi aziende tecnologiche, non serve ad altro che a far scrivere l’ultimo proclama utile sotto elezioni. Alla luce del fatto che AD OGGI IL PN PLUS NON E’ STATO ANCORA APPROVATO.
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