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Riflessioni: “A che cosa è servito partecipare alle elezioni suppletive del collegio senatoriale di Monza Brianza?”

- 25/10/2023

Questa è la domanda che ogni iscritto ed ogni sostenitore del partito SUD CHIAMA NORD dovrebbe porsi, anche se ovviamente la risposta del suo leader nazionale la conosciamo già: è servito a misurarci sul territorio nazionale!

Ma ci faccia il piacere, avrebbe detto Totò! E’ evidente che De Luca ha la sindrome del “candidato seriale”, a causa della quale è convinto della necessità di doversi candidare ad ogni elezione e di doverlo fare sempre in prima persona: si candida a Sindaco di Messina, lascia dopo poco più di tre anni (nonostante la promessa di amministrare per 10 anni) e si candida come Presidente della Regione Siciliana; eletto all’Ars come deputato, dopo 7 mesi si candida a Sindaco di Taormina, divenuto Sindaco della Perla dello Jonio, dopo meno di 3 mesi si candida alle elezioni suppletive a Monza e perde, ma già annuncia la prossima partecipazione alle lezioni europee e lascia intendere che ci sono elezioni regionali in Piemonte e Veneto per le quali non disdegna di partecipare.

Foto dal profilo pubblico social di Cateno De Luca

In questa girandola di elezioni e tour elettorali con staff al seguito (che conta almeno l’addetta stampa, l’addetto alle riprese e l’autista come formazione base), De Luca continua a percepire l’indennità di deputato regionale (che è superiore a quella di un senatore della Repubblica!), anche se all’ARS ha il primato delle assenze (come gli ha contestato lo stesso Marco Cappato in quel di Monza) ed a Taormina si degna di presenziare una volta a settimana circa, delegando per il resto ai suoi “esperti” la gestione della res pubblica (e su questo ci sarebbe tanto da dire anche in termini di conflitti di interesse e danno erariale….)

Perciò, tornando alla domanda iniziale, a che cosa è servito partecipare alle elezioni di Monza? Ad accrescere il partito? Certamente no, trattandosi di un’esperienza isolata che, fin dall’inizio, è stata connotata dallo stesso De Luca come un tentativo che, nella migliore delle ipotesi avrebbe potuto fargli raggiungere (così lui auspicava e predicava) il 10% dei consensi e che è invece naufragata sotto la soglia del 2%. Del resto anche la partecipazione alle elezioni amministrative in Sicilia nelle quali Sud Chiama Nord ha partecipato (al di là delle elezioni a Taormina) ha ricevuto risultati scarsissimi senza eleggere nemmeno un consigliere comunale, sui quali è stato abilmente steso un velo pietoso dal leader, che è riuscito a richiamare l’attenzione solo sulla vittoria di Taormina facendo dimenticare il resto.

Foto dal profilo pubblico social di Cateno De Luca

Ma con la sconfitta a Monza è caduta anche la narrazione degli aficionados che finora è stata dominante, secondo la quale ovunque Cateno De Luca si candidi raggiunge il successo!
I fatti dimostrano il contrario, e soprattutto dovrebbero spingere il leader del movimento Sud Chiama Nord e tutta la sua squadra ad avviare una sana riflessione sulle cause di una evidente crisi: un partito politico è, per definizione, plurale e, secondo i principi della Costituzione italiana, democratico. In parole semplici: le scelte di un partito vanno assunte in modo collegiale e con un confronto democratico con gli iscritti e gli stessi rappresentanti del partito.
Una struttura verticistica, priva di qualsiasi momento di confronto e collegialità, concentrata esclusivamente sul suo segretario federale (o leader nazionale come ama definirsi) che ogni mattina sceglie a quale elezione candidarsi e quale linea politica seguire, non è un partito ma un club privato che però, nel momento in cui riceve i fondi pubblici con il 2per mille, è soggetta al controllo pubblico.
E con questi soldi si partecipa alle elezioni a Monza e si gira l’Italia…
Spendi spandi effendi, cantava anni fa Rino Gaetano….

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