“Il 21 novembre 2017 il Consiglio Comunale dell’epoca approvò il Regolamento antimafia e anticorruzione come autentica espressione di legalità che evidentemente faceva riferimento anche alla rotazione del personale in aree a rischio corruzione; tuttavia a Palazzo Zanca, ad eccezione di qualche sporadico provvedimento che ha riguardato solo qualche settore e qualche funzionario, ad avviso dello scrivente NON SI APPLICANO ancora rigidamente i dettami della Legge 190/2012, del D.Lgs. 165/2001 e del Piano Nazionale Anticorruzione in merito all’opportunità di far ruotare il personale comunale con funzioni di responsabilità!“
Lo scrive il consigliere comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale a Messina, Libero Gioveni in un’interrogazione a risposta scritta, con la quale sollecita il Sindaco di Messina Federico Basile a rispondere ai quesiti in merito alla vicenda.
“Se da un lato – scrive Gioveni – tutte le Amministrazioni che si sono succedute negli anni, infatti, hanno fatto ruotare in linea di massima i Dirigenti dell’Ente o addirittura l’Amministrazione De Luca ne ha tagliato persino il numero, dall’altro la medesima regola non sembra sia stata applicata per come la normativa impone per funzionari, tecnici o Direttori di Sezione(visto che taluni hanno tranquillamente “piantato le tende” nel loro settore di competenza!!!), nonostante siano ben chiare le indicazioni dell’ANAC e le norme in materia che, quindi, andrebbero rispettate!
Le disposizioni di legge che disciplinano la materia della rotazione del personale, come è noto, sono contenute principalmente nei seguenti provvedimenti:
– Legge 190/2012 art.1 comma 10 lett. b) e comma 4 lett. e);
– D.Lgs.165/2001 art.16 comma 1 lett. l quater);
– Intesa della Conferenza Unificata del 24 luglio 2013;
– Il Piano Nazionale Anticorruzione approvato l’11/9/2013;
– Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2014-2016 e successivi aggiornamenti.
Se facciamo un’analisi a ritroso nel tempo sull’organigramma del personale dei vari Dipartimenti dell’Ente, parecchi funzionari responsabili, direttori di sezione, istruttori tecnici ecc. stazionano indisturbati anche da più di 20 anni nei loro posti (basta guardare gli attuali “Dipartimento servizi tecnici” o “Dipartimento servizi territoriali ed urbanistici” nei loro svariati “rami” o “servizi” per portare degli esempi concreti).
Eppure, le disposizioni di legge e le indicazioni dell’ANAC sono chiarissime; gli ambiti nei quali è più elevato il rischio di corruzione sono quelli interessati dai seguenti procedimenti:
- autorizzazione o concessione;
- scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163;
- concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati.
Il Piano Nazionale Anticorruzione, infatti, in merito alla rotazione del personale, stabilisce che “Le pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001 sono tenute ad adottare adeguati criteri per realizzare la rotazione del personale dirigenziale e del personale con funzioni di responsabilità (ivi compresi i responsabili del procedimento) operante nelle aree a più elevato rischio di corruzione”.
A supporto di tale tesi, l’Allegato 1 dello stesso Piano motiva tale obbligo spiegando che “La rotazione del personale addetto alle aree a più elevato rischio di corruzione rappresenta una misura di importanza cruciale tra gli strumenti di prevenzione della corruzione e l’esigenza del ricorso a questo sistema è stata sottolineata anche a livello internazionale. L’alternanza tra più professionisti nell’assunzione delle decisioni e nella gestione delle procedure, infatti, riduce il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazioni ed utenti, con il conseguente consolidarsi di situazioni di privilegio e l’aspettativa a risposte illegali improntate a collusione”.
A tal proposito il Consigliere Gioveni chiede all’amministrazione comunale di conoscere
- se intendano perseguire appieno (e non soltanto in maniera sporadica come avvenuto fino ad oggi) le finalità delle suddette disposizioni di legge e delle chiare indicazioni dell’ANAC in materia di rotazione del personale operante nelle aree a più elevato rischio di corruzione, atteso che fino ad oggi non sembrano essere state scrupolosamente rispettate;
- se, quando e in che modo tale opportuna rotazione di personale avverrà (soprattutto di quello operante nei Dipartimenti più “tecnici”) nel rispetto della normativa vigente e del Piano Nazionale anticorruzione, a garanzia della continuità amministrativa e dell’efficienza dei servizi.
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