
Carmelo Melino Capone, l’ex assessore messinese, all’epoca dei fatti gestì un corso di formazione per conto dell’ANCOL che “non fu mai finanziato con fondi pubblici e pertanto non si appropriò di nulla”. Questa l’ipotesi vincente esposta in arringa dai difensori di Capone che è valsa l’assoluzione dall’accusa di peculato che lo vedeva imputato nel processo che fa capo anche a Francantonio Genovese, condannato ed in attesa di carcerazione.
I difensori di Melino Capone, gli avvocati Marcello Scurria e Tommaso Autru Ryolo, hanno ottenuto così concretamente l’assoluzione con il crollo dell’ipotesi accusatoria che partì dalla mancata corresponsione di alcune somme a chi aveva frequentato il corso di estetista in questione e ad una dipendente dell’ente di formazione.
L’assoluzione per Capone è, dunque, con formula piena “perché il fatto non sussiste”.