
Il presidente dell’Ars accelera e va in aula per “fare chiarezza” sulla sua posizione. L’assessore, indagata da gennaio, si dice “serena”. Resta l’interrogativo sul legame tra i due fascicoli per corruzione che scuotono i vertici di Fratelli d’Italia in Sicilia.

PALERMO – Un terremoto politico scuote la Sicilia, con due esponenti di spicco di Fratelli d’Italia, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e l’assessore Elvira Amata, finiti sotto inchiesta per corruzione. Ma mentre le notizie travolgono i palazzi del potere, un interrogativo chiave emerge al centro della vicenda: i due sono coinvolti in due filoni della stessa, ampia indagine, o si tratta di fascicoli distinti che corrono su binari paralleli?
La Procura di Palermo mantiene il massimo riserbo, ma la questione è centrale per comprendere la reale portata politica di uno scandalo che colpisce contemporaneamente il vertice dell’Assemblea legislativa e un membro della Giunta regionale.
La reazione di Galvagno: chiarezza in aula, nessuna dimissione
La risposta del presidente dell’Ars è stata immediata e decisa. Gaetano Galvagno ha anticipato a domani alle 14:00 la seduta d’aula per riferire direttamente ai deputati, posticipando anche un impegno istituzionale a Bruxelles. Una mossa per “spiegare tutto e fare chiarezza”, come lui stesso ha fatto sapere, annunciando di voler dare spazio anche alle domande delle opposizioni. Tuttavia, ha messo subito in chiaro un punto: non intende né dimettersi né autosospendersi. La sua volontà di affrontare l’aula sembra mirata non solo a difendere la propria posizione, ma anche a dissipare le nubi che avvolgono la maggioranza, data la contemporanea bufera sull’assessore Amata.
La posizione di Amata: “Serena” di fronte a un’indagine nota da mesi
Diverso l’atteggiamento dell’assessore al Turismo, Sport e Spettacolo, Elvira Amata. La notizia di una proroga delle indagini a suo carico le era stata notificata già a gennaio. Si dichiara “molto serena e fiduciosa” nel lavoro della magistratura, precisando di non conoscere i dettagli delle contestazioni. Il suo legale, l’avvocato Sebastiano Campanella, ha confermato che l’atto ricevuto non specificava il capo d’imputazione, lasciando aperta anche la possibilità di una futura archiviazione.
Un’unica regia o fascicoli paralleli? Il dilemma dell’inchiesta
L’interrogativo cruciale, al momento, resta quindi il legame tra le due vicende giudiziarie. È noto che entrambe le indagini, per corruzione per l’esercizio della funzione, nascono da un’inchiesta più vasta della Procura di Palermo partita da Cannes. Ma questo le rende direttamente collegate? O l’indagine sull’assessore Amata e quella che coinvolge il presidente Galvagno rappresentano semplicemente due “capitoli” indipendenti, seppur nati da un tronco comune?
La risposta a questa domanda è fondamentale. Un’inchiesta con un’unica regia implicherebbe un potenziale scandalo sistemico, mentre due fascicoli paralleli, seppur gravissimi, delineerebbero scenari diversi. Saranno le prossime mosse della magistratura e, forse, le stesse parole di Galvagno in aula a diradare la nebbia su una vicenda che ha già scosso profondamente la politica siciliana.
