220 views 4 min 0 Comment

Il “segreto” rimane – Schifani parla di burocrazia, i genitori del CCPM rispondono con i fatti: “Le alternative a Taormina non sono sicure”

- 26/06/2025
schifani

Mentre il Presidente della Regione da Siracusa evoca il “Piano di rientro” e complessi iter burocratici per giustificare il silenzio sulla soluzione, il comitato dei genitori del CCPM sgancia una bomba: “I medici hanno già ispezionato le alternative, non sono adeguate”. La richiesta è una: basta ipotesi, si resti a Taormina.

triolo new banner

MESSINA – Un dialogo a distanza, che indirettamente tesse un filo tra i genitori in presidio a Taormina e la Regione. Così mentre a Siracusa il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, chiede ancora tempo e parla di “lavoro silenzioso” per salvare la Cardiochirurgia Pediatrica del Mediterraneo (CCPM), da Taormina il comitato dei genitori in presidio permanente risponde con una nota durissima, che svela un retroscena finora inedito e potenzialmente esplosivo: i medici hanno già bocciato le sedi alternative.

La versione di Schifani: la “soluzione” bloccata dalla burocrazia

A margine del forum di Siracusa su salute e intelligenza artificiale, Schifani è tornato sul tema che scotta. Ha ribadito l’ostacolo del Decreto Balduzzi, che impone un solo centro per 5 milioni di abitanti, ma ha aperto a una “finestra” legata al numero di posti letto. La vera novità, però, è la giustificazione politica usata per la perdurante segretezza sulla soluzione finale. “Il tema è il confronto col MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze)”, ha dichiarato Schifani, “perché essendo ancora, spero per poco, questa regione sotto Piano di rientro, noi siamo degli osservati speciali”.

Il governatore ha spiegato che la Sicilia sta lavorando per uscire da questo regime di commissariamento dei conti sanitari, che limita l’autonomia di spesa e complica ogni trattativa con Roma. “Il nostro obiettivo è quello di salvare il reparto, certo. Avremmo fallito la missione”, ha promesso, ribadendo la “grande sensibilità” del ministro Schillaci. Ma, ancora una volta, non ha risposto alla domanda fondamentale: salvare il reparto dove? Il “segreto di Fatima” sulla futura sede del CCPM resta tale.

La risposta dei genitori: la politica contro l’evidenza medica

Quasi in contemporanea, è arrivata la replica, netta e circostanziata, del Comitato dei Genitori. Una nota che spazza via ogni ipotesi e alza il livello dello scontro. “La nostra priorità resta il mantenimento del centro di eccellenza internazionale esattamente dove si trova attualmente“, scrivono, mettendo subito in chiaro la loro posizione.

Poi, la rivelazione che cambia le carte in tavola: “Nell’eventualità, che riteniamo remota, in cui ciò non fosse possibile, sottolineiamo che qualsiasi decisione dovrà necessariamente seguire le indicazioni dei medici. Proprio questi ultimi, a seguito di alcuni sopralluoghi, hanno già evidenziato come alcune strutture proposte non rispondano ai parametri e agli standard qualitativi del CCPM“.

Così mentre la politica discute di burocrazia, i tecnici – i medici che hanno la responsabilità della vita dei bambini – hanno già messo un veto sulle alternative. Questo rende la battaglia dei genitori non più solo una difesa del proprio centro, ma una lotta basata su pareri clinici che attestano l’inadeguatezza delle altre sedi.

Auspichiamo che si metta fine alla sfilata di ipotesi e si scelga finalmente la via del buon senso”, conclude la nota. Una richiesta di concretezza di fronte a un’incertezza che logora famiglie già provate.

Il rischio è l’impasse. Da un lato, un Presidente che lega il futuro di un reparto salvavita a complesse trattative finanziarie con Roma. Dall’altro, dei genitori che, forti del parere dei medici, chiedono che la decisione si basi sull’unica cosa che conta: la garanzia della massima qualità e sicurezza delle cure per i loro figli. Il tempo, però, stringe: la scadenza del 31 luglio 2025 si avvicina, e la pazienza di chi vive nell’angoscia è già finita da un pezzo.

CCPM genitori presidio