
La denuncia della Funzione Pubblica Cgil svela l’agonia dei dipendenti comunali di Messina. Dagli uffici cimiteriali infestati di insetti a quelli per le carte d’identità senza aria condizionata. Un paradosso di incuria e promesse mancate dall’amministrazione.

MESSINA – Palazzi che all’apparenza sembrano moderni ma che, letteralmente, “fanno acqua da tutte le parti”. Dipendenti costretti a usare secchi per raccogliere le perdite dai condizionatori d’estate e le infiltrazioni di pioggia d’inverno. Utenze elettriche che saltano per il sovraccarico delle stufette e bagni senz’acqua. Non è il resoconto da un edificio abbandonato, ma la cronaca della vergogna quotidiana negli uffici del Comune di Messina, denunciata con forza dalla Funzione Pubblica Cgil, che parla di “condizioni inaccettabili” e di un’amministrazione sorda a ogni richiamo.
Il caso più emblematico è quello del Palacultura. Un nome che evoca ben altro rispetto all’inferno lavorativo descritto dal sindacato. Con l’arrivo dell’estate, si ripresenta un incubo già vissuto lo scorso anno: l’impianto di climatizzazione è fuori uso. “Spesso, nel tentativo di accendere i condizionatori, si sperava in un miracolo”, scrive la Fp Cgil, ma il risultato era solo “un rumore assordante e perdite d’acqua”, con i dipendenti costretti a disseminare secchi per le stanze. Una recente ispezione al Palazzo Satellite ha confermato il paradosso: i motori esterni dei condizionatori sono stati addirittura rimossi, obbligando i lavoratori a tenere le finestre aperte per respirare, con buona pace della sicurezza.
Ma il calvario non finisce con l’estate. D’inverno, il freddo pungente ha imposto l’uso di stufette elettriche che, a loro volta, hanno causato continui blackout, interrompendo il lavoro e mettendo a rischio la strumentazione. E quando piove, il quinto piano si allaga, costringendo il personale a posizionare pedane di legno per poter transitare tra le pozzanghere. Una situazione aggravata dall’assenza ciclica di acqua nei bagni, “un fatto non solo increscioso ma anche igienicamente inaccettabile e gravissimo”, che ha provocato anche malori tra il personale.
L’incuria, però, non si ferma al Palacultura. La denuncia della Cgil si estende agli uffici cimiteriali, dove si chiede un intervento minimo come l’installazione di zanzariere per proteggere i dipendenti dalla continua esposizione agli insetti. E tocca anche un punto nevralgico per i cittadini: il dipartimento Affari Generali, in particolare gli uffici per le Carte d’identità e Stranieri. Anche qui, condizionatori fuori uso creano un “ambiente torrido e poco salubre”, rendendo il lavoro di front-office un’impresa quotidiana, tra le giuste proteste di un’utenza che affolla gli sportelli.
La Fp Cgil sottolinea il punto più dolente: la denuncia non è nuova. Già lo scorso anno erano state sollevate le medesime criticità, ricevendo in cambio solo “rassicurazioni” dall’amministrazione. Promesse cadute nel vuoto, che oggi suonano come una beffa. Mentre i dipendenti navigano tra disagi e rischi per la salute, la domanda sorge spontanea: fino a quando la dignità di chi lavora per la città e di chi a quegli uffici si rivolge potrà essere ignorata?
