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Messina, l’incubo sete è già realtà. AMAM dà la colpa a Enel, ma dov’è la programmazione? L’estate della vergogna è quasi servita

- 10/06/2025
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È il 10 giugno e mezza città è già a secco. La municipalizzata si trincera dietro i guasti elettrici di Fiumefreddo, ma il vero guasto è una gestione che vive di emergenze e non di piani. Mentre i progetti di efficientamento restano fantasmi, i centralini sono muti e i cittadini, ancora una volta, vengono lasciati soli con la loro rabbia.

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Un film già visto, un copione recitato a memoria che ogni anno si ripresenta puntuale, solo con qualche settimana di anticipo. Benvenuti nell’estate 2025 di Messina, dove la crisi idrica non è più una minaccia, ma una realtà conclamata al 10 giugno. Mentre migliaia di famiglie e attività commerciali hanno i rubinetti a secco da oltre 48 ore, l’Azienda Meridionale Acque Messina (AMAM) inscena la solita, stanca rappresentazione: la colpa è di qualcun altro, in questo caso di E-Distribuzione. Ma la polvere sollevata da questo comodo scaricabarile non riesce a nascondere la vera voragine: quella di una totale, cronica, assenza di programmazione.

Anatomia di un Disastro Annunciato

I fatti sono brutali. Da sabato, a causa di presunte anomalie sulla linea elettrica che alimenta le pompe di sollevamento di Fiumefreddo, in città arriva appena il 40% del fabbisogno idrico quotidiano. Le conseguenze sono matematiche e colpiscono, come sempre, le stesse zone: la parte centro-nord della città, l’ultimo, sfortunato anello di una catena di distribuzione obsoleta. Viale Regina Elena, l’Annunziata, Sant’Agata, Ganzirri, Torre Faro: aree popolose, che d’estate triplicano i residenti, lasciate senz’acqua.

Che fine hanno fatto i famosi lavori per l’efficientamento idrico? I progetti per ridurre le perdite e rendere più equa la distribuzione? Annunci, forse finanziamenti, ma di risultati concreti neanche l’ombra.

La Gestione dell’Emergenza: Autobotti e “Nessuna Alternativa”

Di fronte al disastro, la risposta del presidente di Amam, Paolo Alibrandi, è un manifesto dell’incapacità di programmare. Si naviga a vista, si cerca di “dare l’acqua in primis a chi non l’ha avuta ieri” e si snocciola il dato delle 53 autobotti come fosse un vanto, quando invece è il simbolo di un fallimento gestionale, una soluzione da terzo mondo nel 2025.

La frase più grave, però, è un’altra: Non ci sono alternative tecniche da poter mettere in campo”. È una dichiarazione di impotenza che suona come una condanna per i cittadini. Davvero in anni di crisi annunciate, di estati critiche come quella appena passata, non si è pensato a gruppi di continuità potenziati, a sistemi di backup, a un piano B per garantire un servizio essenziale? La risposta, evidentemente, è no. È più facile e politicamente meno costoso puntare il dito contro Enel.

Il Silenzio e la Rabbia: i Cittadini Abbandonati

E i cittadini? Sono gli unici a non avere colpe e gli unici a pagare, due volte. La prima, con le bollette per un servizio inesistente. La seconda, con una qualità della vita insostenibile. Provate a contattare i centralini AMAM in queste ore: linee perennemente occupate, nessuna informazione, il vuoto. Un silenzio assordante che si aggiunge al danno.

La domanda sorge spontanea e angosciante: se questa è la situazione al 10 di giugno, con temperature ancora miti, cosa dobbiamo aspettarci a luglio e agosto? L’estate scorsa fu critica; questa si preannuncia apocalittica.

AMAM promette di rivalersi su Enel, ma i cittadini su chi possono rivalersi per un’estate che si annuncia, ancora una volta, come quella della sete e della pazienza esaurita? La risposta, come l’acqua dai rubinetti, non arriva. E in questo silenzio sta tutta la vergogna di una gestione incapace di guardare oltre l’emergenza di domani. E c’è chi già parla di organizzarsi per andare a protestare davanti a Palazzo Zanca… mentre il Sindaco tace.

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