
Mentre i consiglieri della Prima Commissione ascoltavano ma non leggevano, perché diavolo i cittadini messinesi hanno dovuto apprendere dell’oltraggio solo a lavori quasi ultimati, con le scale storiche già brutalmente divelte?

Chi si è assunto la responsabilità della demolizione delle scale storiche della Passeggiata a Mare di Messina? Chi ha dato l’ordine? Chi si è arrogato il diritto di cancellare un pezzo di storia della Passeggiata a Mare di Messina, demolendo le antiche scale in marmo? La verità, amara e sconcertante, emerge solo ora, a macerie fumanti
Si apprende solo oggi che circa un mese fa in Prima Commissione consiliare al Comune di Messina, il progetto sarebbe stato “illustrato” dal RUP, l’ingegnere Antonio Rizzo, progettista e direttore dei lavori. Visto che la Prima Commissione è composta da ben 19 componenti, non considerati gli eventuali assenti, perché i cittadini hanno appreso solo a lavori in stato avanzato che le scale antiche sarebbero state divelte? Qual è stato l’atteggiamento dei consiglieri comunali dell’opposizione innanzi a quel che si vede oggi? Perché nessuno ha alzato gli scudi? Hanno condiviso quel che oggi è sotto gli occhi di tutti? Cosa e chi rappresentano i consiglieri comunali allora?
E perché la Quarta Circoscrizione oggi dichiara che non era stata informata? Come è potuto accadere? E perché diavolo i cittadini messinesi hanno dovuto apprendere dell’oltraggio solo a lavori quasi ultimati, con le scale storiche già brutalmente divelte?
Leggerezza? Secondo quanto scrive il consigliere Alessandro Russo del PD in una nota di richiesta di chiarimenti (Russo non fa parte della prima commissione) “il RUP aveva anticipato una sistemazione che avrebbe certamente agevolato – come è opportuno che sia – il transito delle biciclette sul tratto di passeggiata interessato, sebbene con una realizzazione non definitiva e sicuramente non riferendo di uno smantellamento delle scale in questione”. Ma allora cos’hanno approvato i consiglieri della Prima Commissione? E’ legittimo chiedere loro se hanno letto le carte, come è loro dovere fare, o si sono semplicemente fidati di quel che sentivano?
Oggi Rizzo parla di “abbellimenti e di marmo bocciardato“, e afferma anche che “le scale non sono state distrutte“. Rizzo dice anche che le scale “non erano vincolate”. Ma allora perché affrettarsi solo nella giornata di ieri ad affiggere sulla recinzione di cantiere una autorizzazione della Soprintendenza Beni Culturali? E tale autorizzazione COSA autorizza? Se le scale non ricadono sotto il vincolo della Soprintendenza lo dimostri e spieghi la necessità di quella autorizzazione che sarebbe stata apposta dopo le polemiche.
E ancora: perché nessuno dei vertici dell’amministrazione comunale coinvolti non chiariscono ai cittadini qual è la fine che farà quel tratto storico di passeggiata e qual è il progetto definitivo? Perché non rispondono? Andrebbe bene pure che lo facessero in…cinese, lingua con la quale il sindaco Basile e compagni di avventure si stanno esercitando in questi giorni. Anche in mandarino sarebbe meglio dell’assordante silenzio che ha ormai coperto e annebbiato tutti: amministrazione, Autorità di Sistema, Beni culturali e Comune.
I cittadini sono in maggioranza indignati per quel che sta costando alla città questa progettazione di piste ciclabili e parcheggi ad ogni piè sospinto. Le testimonianze riferiscono di una mancanza di condivisione ammorbata da una prosopopea ormai intollerabile. Stesso valga per l’incredibile SILENZIO dei consiglieri comunali, tranne ormai pochissimi. Lo stesso vale anche per i professionisti del “si a tutto quanto”.
