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Ammanchi ATM: com’è finita? Silenzio inadeguato per un’azienda pubblica

- 20/05/2025
grillo bressan
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Il 12 febbraio scorso in conferenza stampa le voci di ammanchi di denaro proveniente dallo sbigliettamento ATM sono diventati notizia a tutti gli effetti. La stessa Presidente ATM Grillo confermò infatti che gli ammanchi erano due e per una cifra sulla cui precisione ancora oggi non c’è contezza. Così come non si sa come sia finita quell’indagine interna che dovrebbe, a questo punto, aver fatto chiarezza, tale da aver previsto anche sanzioni e denunce a carico dei colpevoli che devono essere stati identificati. Uno lo sarebbe stato e a confermarlo fu in conferenza stampa proprio a febbraio. Allora la Presidente grillo confermò, infatti, che la responsabilità della sottrazione di denaro pubblico derivante dallo sbigliettamento era “da imputare allo stesso dipendente“.

Allora la Presidente dichiarò anche di aver “nominato un legale penalista”.

Ad oggi permangono da un lato le stesse domande che ponemmo allora: perché non si è provveduto a denunciare, come obbligo, quando si è avuto conferma della notizia di reato? E perché si procedette ad una “indagine interna” invece che procedere ad una regolare denuncia alla Procura della Repubblica?

Una vicenda, “delicata” come la definì in conferenza stampa la presidente Grillo, ma anche evidentemente scomoda, che ha avuto per oggetto l’appropriazione di denaro pubblico e che, pertanto, doveva, essere immediatamente resa nota per primo al Comune di Messina ed al Consiglio Comunale, primo controllore di ATM. Ma ciò non avvenne. Così come ancora oggi non avviene che tali comunicazioni in merito vengano scambiate con il Consiglio Comunale.

Alessandro Russo

Se lo sono chiesti ieri Michele Barresi della rete civica “Partecipazione” ed il consigliere comunale PD Alessandro Russo. A quest’ultimo, ricordiamo, che la Presidente Grillo rimproverò in una nota di replica di aver “frettolosamente diramato alle redazioni giornalistiche” un nota nella quale Russo si dichiarava insoddisfatto dai chiarimenti forniti dalla Grillo in conferenza stampa. La Presidente, quindi, di una azienda sotto il controllo del Consiglio Comunale redarguì il consigliere che la invitava a fare chiarezza. Non può di certo stupire, quindi, perché ad oggi continui a non pervenire alcuna notizia.

Di certo dovrebbe esserci una indagine in corso da parte della Procura che richiama al segreto istruttorio, ma da parte dell’Azienda, ribadiamo, tutto tace.

Ricordiamo anche che proprio ad inizio conferenza stampa la Presidente Grillo riferì di minacce e ingiurie ricevute, non è ben chiaro da chi e per cosa. Anche questa vicenda, così come quella degli ammanchi, ci chiediamo, quindi, come sono andate a finire?

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