
La storia tragica di Caterina Pappalardo si è conclusa oggi alle 15.30 nella chiesa di San Clemente. Si conclude come troppe storie inascoltate di violenza che finiscono in tragedia. Le esequie di Caterina Pappalardo, tenutesi oggi presso la chiesa di San Clemente a Messina, chiudono, infatti, la fase dello sgomento e aprono quella del dolore della famiglia che adesso devono fronteggiare le attività di ricerca e di scoperta di quel che è successo veramente. Poi si aprirà quella del processo, con tutta la mediaticità a cui si presterà e della quale i fatti sono stati già fatti ostaggio.
“La famiglia chiede giustizia e riservatezza” ripete Caterina Peditto avvocato della famiglia Fogliani/Pappalardo che rappresenta in primo luogo Sara Fogliani la figlia della povera Caterina, tornata forzatamente a Messina per occuparsi degli ultimi atti in favore della povera madre, compresa la difesa della sua memoria e l’accertamento di giustizia nei confronti del fratello. Come alcune testate si sono affrettate a riportare “Al momento posso solo dire che la madre della mia assistita – riferisce l’avvocato Caterina Peditto – ha presentato a febbraio dello scorso anno una lunga querela, almeno 15 pagine, proprio per spiegare cosa subiva e qual era la situazione grave nella quale era costretta a vivere. Non ho avuto ancora modo di leggerla, ma l’imperativo della famiglia è quello della riservatezza”. Null’altro dall’avvocato Peditto al momento che è ancora in attesa della formalizzazione digitale dell’incarico ricevuto dalla figlia di Caterina Pappalardo. E la sensazione è che proprio Sara, assistita solidamente dal suo fidanzato, non abbia alcuna intenzione di rilasciare dichiarazioni o interviste.

L’obiettivo, importante forse alla stregua del bisogno di giustizia, è quello di mantenere quell’alea di sicura riservatezza che non esponga la famiglia ad altri pericoli. Troppe le vicissitudini e i dolori che ha arrecato alla madre, ma anche a lei stessa, quel rapporto disarmonico e disfunzionale, violento di quel fratello particolare. “La signora avrebbe presentato tantissime richieste di aiuto a centri anti violenza, ma sembra senza alcun risultato, così come la stessa querela non ne avrebbe sortito alcuno, così come l’accertamento sanitario obbligatorio del 2023″.
