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AMAM – Crisi idrica e dispersione della rete.. potabilità incerta. Donato deve pagare per tutti?

- 02/10/2024

Cosa sta accadendo in AMAM e più in generale, nelle partecipate del Comune di Messina? Comincia a chiederselo la politica cittadina, ma da tempo se lo chiedono i messinesi.

Altri direttori generali e tecnici si sono “dimessi” dalle partecipate del Comune di Messina in questi 6 anni di gestione De Luca – Basile, e senza alcun clamore. Oggi questa cassa di risonanza per le dimissioni di Pierfrancesco Donato da DG di Amam, è quantomeno sospetta. Donato deve pagare per tutti?

Pierfrancesco Donato è solo l’ultimo di una serie di “dimissioni ” di dirigenti in Amam dal 2018 in avanti, da quando cioè è arrivata la governance marcata De Luca. Basta seguire la scia degli eventi iniziati con le dimissioni del DG Cipollini, sostituito dall’allora presidente Puccio, continuati con l’espulsione del DT Cucè, che oggi rivendica un cospicuo risarcimento, sostituito anch’esso da Puccio, fino alle dimissioni degli altri direttori tecnici succedutisi nel tempo.

È questa gestione che da sempre alimenta una conflittualità esasperata all’interno del variegato personale di Amam, che ha prodotto gli scadenti risultati di questi mesi e anni, la crisi idrica di quest’estate, lo scarso presidio dei lavori in corso sulla rete idrica e sul Fiumefreddo, il semi abbandono in cui versano le sorgive della Santissima, l’insufficienza del personale tecnico di Amam e la conseguente incapacità di gestire il complesso sistema idrico (e qui volutamente si tralascia di parlare del sistema fognario e di depurazione), i dubbi sulla potabilità dell’acqua che beviamo e con cui cuciniamo e ci laviamo, l’incertezza sulla disponibilità attuale e futura di acqua a Messina, etc. Al punto che ci si domanda se coloro che pretendono di amministrare la città, che hanno occupato i vertici delle partecipate e che da lì, forti del mandato politico, di fatto gestiscono anche gli aspetti tecnici e organizzativi delle società, anche se fino al giorno prima facevano tutt’altro, privi come sono di capacità manageriali, ci si domanda, ripeto, se hanno capito che il rischio e di compromettere importanti infrastrutture condannando la città alla penuria d’acqua, altro che H24 di elettorale memoria.

Pertanto, di chi è la responsabilità del prossimo sfacelo? Chi se ne dovrà prendere la colpa? O i cittadini, come da consuetudine, passata la crisi dimenticheranno e faranno spallucce? I messinesi non hanno perso la capacità di discernere, anche se vero è che hanno spesso memoria corta. Ma la loro memoria è rinforzata dal fatto che a Messina continua a mancare l’acqua.