Riceviamo e pubblichiamo la precisazione dell’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Messina Alessandra Calafiore.
“Nel prendere atto di quanto – in modo impreciso, inesatto e del tutto scorretto – viene riportato nell’odierno articolo pubblicato su “vocedipopolo.it” sulla chiusura dalla “Mensa del Povero”, è opportunamente doveroso precisare che questa Amministrazione Comunale, per il terzo anno consecutivo, in occasione della chiusura di detta Mensa del Povero dei Padri Rogazionisti c/o l’Istituto “Sant’Antonio” dal 01 agosto al 01 settembre p.v. ha immantinente provveduto, in regolare continuità, ad assicurare la puntuale fornitura dei pasti ai cittadini bisognosi che a questa mensa erano usi rivolgersi.
Non si rileva la fonte da cui si manifesta l’errata contezza delle informazioni riportate nel citato articolo ed appare perfino inconcepibile dover qui affermare che chiaramente quanto posto in essere da quest’Amministrazione attraverso il proprio Assessorato alle Politiche Sociali è stato fatto in assoluta sinergia di intenti con chi gestisce la mensa de quo, ed è proprio chi se ne occupa che ha fornito il numero di utenti a cui questo si adoperava fornire gli approvvigionamenti. Nello stesso momento in cui il numero segnalato (200) è aumentato si è provveduto a coprire la fornitura anche di tale scostamento già dalla giornata di ieri, portandolo a 230 pasti quotidiani, grazie al continuo monitoraggio che in atto continua ad essere effettuato sulle varie necessità connesse al servizio mensa in argomento.
La collaborazione con chi gestisce la mensa c/o l’Istituto “Sant’Antonio” è adamantina già nella comunicazione che gli stessi hanno, per tempo, dato ai loro utenti in merito alla rinnovata disponibilità del Comune di Messina di farsi carico di quelli che altro non sono che bisogni primari di una fascia di popolazione, la più fragile, di questa nostra città. Serve, pertanto, ribadire a parere degli scriventi che, su tematiche sociali di questo genere, a nulla giova un’informazione mediatica non finalizzata a far emergere la chiara bontà di un indirizzo politico orientato al bene comune e dei più bisognosi prevaricandola con un evidente e incomprensibile – nelle finalità proprie di un articolo di stampa – sciorinare di dati che, nella sua conclusione, paventano solo una mera possibile “probabilità” sul fatto che tali cittadini “non potranno ricevere il consueto pasto quotidiano” dimostrando e anticipando un pregiudizio che nella realtà dei fatti è del tutto insussistente”.
Il fatto che il numero della fornitura sia già stata aggiornata da 200 a 230 conferma quanto da noi scritto. Che la gestione sia “adamantina” non lo abbiamo mai messo in dubbio (excusatio non petita…). Il diritto di cronaca e di porsi delle domande non è mai “pregiudizio” né “sciacallaggio” come qualcuno (pusillanime, lui si) intende far apparire. Prova ne sia che la voce è sempre disponibile per tutti, anche e doverosamente per le “precisazioni”, come questa pubblicata integralmente.
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