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Sud chiama Nord, la nota della Consigliera Di Ciuccio dopo l’espulsione. “Leaderismo dittatoriale”, e la Musolino lo diceva da tempo

- 09/05/2024
de luca di spagna

Quando la Senatrice Dafne Musolino lasciò il movimento politico del Sindaco di Taormina si mise in moto una macchina del fango senza pari e di certo mai vista prima in politica. Un tritacarne che cerca di mantenersi in moto perpetuo ancora oggi, pur se ormai distratto su troppi fronti, viste le continue epurazioni a cui il movimento di Cateno De Luca è soggetto in un momento fortemente critico della sua breve storia. Quando ad ottobre del 2023 la Senatrice Musolino parlò di abbandono denunciando di non ritrovarsi più in sintonia con la linea dettata dal leader di Sud chiama Nord, la parola migliore che si sentì scagliare contro fu “traditrice“. Oggi la stessa accusa la si legge contro coloro che, come allora, legittimamente non più in linea con i cambiamenti della strategia del leader del movimento, si permettono di far sentire la propria voce di dissenso.

Ciò che però in politica è diffusamente accettato ed, anzi, viene spesso interpretato come un’opportunità di scelta, in Sud chiama Nord è divenuto un atto insopportabile di lesa maestà passibile di immediata defenestrazione. Quel che si perde, così facendo, è l’opportunità di miglioramento e di crescita in quello che si propone come un movimento che pone, verbalmente, alla base di esso il principio della Libertà.

Ma le epurazioni a causa del dissenso è quanto di più liberticida possa esserci e le parole di sconcerto e di amarezza delle due ultime espulsioni in casa De Luca sono l’esempio di come la realtà del disagio allora denunciato dalla senatrice Musolino sia una realtà incontrovertibile ed ormai assodata.

Il “leaderismo dittatoriale”, come la defenestrata consigliera comunale Rosaria Di Ciuccio definisce l’ultimo diktat del capo indiscusso di Sud chiama Nord è il leit motif di cui potrebbe connotarsi le sgretolamento del neonato movimento deluchiano.

Dal messaggio alla cena degli sponsor, fino alla richiesta di dimissioni in “casa” del Sindaco Basile, eletto dai cittadini messinesi, “sono avvenimenti difficili per me da accettare” per citare sempre la Di Ciuccio che risponde come altri hanno fatto anche in queste ore, in risposta al sistema tritacarne fatto di note stampa accusatrici e connotate di violenza verbale che giungono anche dai più bassi livelli della piramide del movimento di Sud chiama Nord. Un tirassegno a cui tutti vogliono partecipare, probabilmente per piaggeria nei confronti del padrone, ma anche per paura di farsi scoprire disallineati e rischiare così di subire, anche loro, il rischio della lapidazione politica. Ma questa è un tempo che potrebbe venire per molti. Che scatta, come si è visto, al minimo segnale di disallineamento, al più piccolo tentennamento dal proferire una sola parola, quella che vuole il capo e l’unica che evidentemente accetta: “obbedisco”. Ma tutto questo è lontano anni luce da quella parola meravigliosa ma al tempo stesso pericolosa se mal utilizzata ed intesa che è la “libertà”.

Musolino Renzi
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