
Ore 21 circa di lunedì scorso. L’auto di Rosy, una volontaria che assiste ragazzi con disabilità in un’associazione messinese, sta imboccando l’ingresso della tangenziale di Messina Centro. Dopo l’ingresso allo svincolo imbocca la breve galleria che la immetterà sull’autostrada. Ma proprio all’ingresso perde il controllo del mezzo, “l’auto se n’è andata per i fatti suoi” riferirà dopo.
L’INCIDENTE E LO SVENIMENTO
A quel punto per Rosy è un blackout. Perde i sensi e si risveglia dolorante e confusa al suono della voce dei soccorritori. L’auto è accartocciata nella parte anteriore e quel che rimane dei fari illumina il muro laterale della galleria dalla quale non è mai uscita. “Mi sono svegliata con il muro davanti”, racconterà dopo. “E un fortissimo dolore alla testa”, Rosy e in stato di shock.
I SOCCORSI ED IL TRASPORTO AL POLICLINICO
La tirano fuori dalle lamiere dell’auto gli agenti della Polizia Stradale mentre l’ambulanza del 118, dopo i primi sommari controlli, la carica sulla lettiga e corre verso il vicino Policlinico Universitario.
E’ la cronistoria del sinistro, dell’incidente autonomo, come viene definito tecnicamente, sulle cause del quale Rosy e la sua famiglia potranno concentrarsi certamente dopo, “d’altronde le macchine si aggiustano” è ciò che si dice in questi casi, e vale anche in questo. La priorità, invece, è ciò che più difficilmente può essere aggiustato e i sanitari sanno che dopo un sinistro del genere, dopo che la conducente/paziente viene tirata fuori dalla propria vettura in stato di semincoscienza bisogna intervenire subito con i controlli più importanti, come una tac ad esempio.
PRIMO MESSAGGIO: “SONO QUI DA 12 ORE E NON HANNO FATTO NIENTE”
E invece… Rosy manda un primo messaggio agli amici la mattina dopo. La voce flebile, in sottofondo il suono del triage: “sono qui al pronto soccorso del policlinico e stanotte sono stata miracolata“. Sono oltre le 8 del mattino e fino a quel momento a Rosy non sono stati effettuati i controlli necessari. “Sono qui da ieri sera ma non mi hanno fatto niente. Non mi hanno fatto nessun controllo. Ci sono stati dei codici rossi e quindi mi hanno lasciato qui…“.
ORE 14… FINALMENTE QUALCOSA SI MUOVE…
Rosy è rimasta in sala d’attesa al policlinico di Messina dalle 21.45 della sera precedente fino al pomeriggio del giorno dopo e i primi controlli sono stati prestati nel primo pomeriggio.
Nulla per ben oltre 12 ore dall’incidente, nonostante il fortissimo mal di testa e i dolori diffusi dovuti ai traumi riportati e neanche molto chiari nella dinamica visto che Rosy ha perso conoscenza nell’urto. Rosy manda un altro messaggio agli amici in chat, sono le 14 del pomeriggio del giorno dopo: “Solo adesso, da un’ora, hanno iniziato a farmi le analisi del sangue, l’elettrocardiogramma e mi hanno somministrato una Rochefin per il mal di testa. Attendo che mi facciano una tac..”.
ORE 16.00: EPILOGO
Alle 16.00 circa viene comunicato a Rosy che è necessario ricoverarla in osservazione per 72 ore ma a quel punto è lei stessa a rinunciare: “dopo dodici ore durante le quali mi hanno ignorato voglio tornare a casa“.
Dodici ore di attesa senza controlli urgenti ad una donna vittima di un incidente in autostrada dal quale è giunta semi incosciente… Una rischiosa scommessa quella che il Pronto Soccorso del Policlinico Universitario di Messina ha voluto permettersi. Tutto è andato bene alla fine e Rosy adesso sta meglio e potrà tornare a dare assistenza ai suoi amici disabili. Per fortuna. Ma certe “scommesse” ingiustificabili sulla vita altrui e sul tempo prezioso non possono essere più consentite. In nessun caso.