Messina, 26 ottobre 2018
Giovanni Mastroen, segretario generale CGIL Messina ed Ivan Tripodi, segretario generale UIL Messina, non cambiano di una virgola la loro opinione sul “Salva Messina”, men che meno sull’operato del Sindaco De Luca. Lo scontro in atto rimane ed anzi si acutizza. La richiesta di confronto prevista per stasera alle 22 a Palazzo Zanca è liquidata come una “mancanza di rispetto dei sindacati” vista la contemporaneità del congresso CGIL che si sta svolgendo a Catania. “Un tour de force che non gioverà alla concertazione. Ma l’unica cosa a cui rinunceremo anche volentieri saranno i famosi spaghetti alla De Luca a fine incontro. Il mio stomaco se ne farà una ragione” ha sottolineato il segretario Mastroeni.
Sono tre i punti fondamentali su cui si è soffermata la critica sul “Salva Messina” da parte dei sindacati UIL e CGIL:
1- Riformulare il “Salva Messina” modificandone le cornici economiche entro le quali il sindaco De Luca ha predisposto le sue azioni. Innanzitutto nell’ambito della politica delle entrate e degli interventi. E’ necessario secondo CGIL e UIL aprire un tavolo tecnico molto più ampio nel quale far confluire anche le deputazioni nazionali. “Lo stato di crisi e di pre dissesto in cui versa la città di Messina non è certo una novità, anzi ricade nella ‘normalità’ di molte altre realtà nazionali. In molte delle quali, come Napoli, Roma, Catania, sono state attivate procedure di solidarietà istituzionale che non capiamo perchè non possono essere attivate anche per Messina”. La fruttuosa presenza delle deputazioni nazionali “l’abbiamo già vista con la sedicesima autorità portuale, sulla quale il sindacato tornerà a breve”
2- Far intervenire un organo terzo, un’agenzia esterna, indica Mastroeni, che faccia chiarezza sui conti e sui numeri dei debiti del Comune e delle Partecipate. Una chiarezza che permetta di avere un punto di partenza chiaro dal quale inziare l’approntamento di un piano industriale che possa rilanciare i servizi. “L’ATM è stata distrutta in 20 giorni” dice Mastroeni, “I servizi prima funzionavano, oggi non più, come gli stessi utenti dicono”. “Il Tram va migliorato, non dismesso. Partiamo dai servizi che funzionano. In tutte le città metropolitane si va verso il ferro per i trasporti pubblici. Qui invece si tende di nuovo verso il gommato. Messina non è una ‘grande’ Santa Teresa!” continua Mastroeni.
3- “Bisogna fare una battagli di scelte vere non di annuncio come è stata finora. Messina dal 2002 al 2005 ha fatto una vera politica di lotta all’evasione, una politica che ha salvato fino ad oggi Messina dal dissesto. Ecco come allora oggi bisogna fare scelte vere” dice Mastroeni. “Bisogna agire sul terreno delle entrate come ad esempio, risolvendo il problema della capacità progettuale che sta bloccando la possibilità di accedere ai fondi del Master Plan”.
Caustico Mastroeni riguardo il mancato riconoscimento dello stato d’emergenza da parte del Consiglio dei Ministri (mancato riconoscimento ancora non ufficiale ndr.) : “Il Governo non ha creduto a De Luca. L’unica cosa verificatasi è la nascita di un nuovo stipendificio che è la Agenzia per il Risanamento di Messina. Non funziona così – chiosa Mastroeni – Con quel suo fare ‘ora arriva lui’ non va. Messina stava meglio prima e starà meglio dopo di lui” . “Noi pensavamo di parlare con De Luca di come creare posti di lavoro non certo per inseguire quelli già esistenti” conclude Mastroeni.
Confermata la manifestazione prevista per il 31 ottobre prossimo in piazza Unione Europea.
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