Skuola.net su dati Cittadinanzattiva, Lombardia più ‘pericolosa’
ROMA, 10 OTT – Lussazioni, ossa rotte, slogature, contusioni e ferite di tutti i tipi. Si può andare incontro anche a questo nelle nostre scuole, coinvolgendo indistintamente studenti e professori. Sono infatti poco meno di 100mila gli infortuni che ogni anno si registrano all’interno delle mura scolastiche, con una preponderanza del sesso femminile tra i professori e dei maschi tra gli alunni. E tutto ciò – ricorda Skuola.net sulla base dei dati contenuti nel XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole elaborato da Cittadinanzattiva (Settembre 2018), elaborati sulla base degli infortuni denunciati all’Inail – al di là dello stato di salute degli edifici e del livello di manutenzione degli istituti.
Nel 2017 ad esempio sono stati più di 15mila gli insegnanti che hanno subito un infortunio sul posto di lavoro, e oltre 80mila i ragazzi. La percentuale di incidenti, inoltre, secondo Skuola.net sarebbe costante ormai da anni.
Tantissimi i fattori alla base degli infortuni: le condizioni delle strutture (cortili, aule, bagni, scale, ecc.), il momento cui avviene l’episodio (se durante la normale lezione, nell’ora di educazione fisica, durante la ricreazione, all’uscita da scuola). Ci può essere lo zampino della distrazione, dell’eccessiva leggerezza nell’affrontare le situazioni, se non addirittura della violenza fisica. Fatto sta che, in base a un calcolo approssimativo, circa l’1% degli studenti e quasi il 2% dei professori si fa male a scuola nel corso dell’anno. A cambiare, tra i due universi, sono le proporzioni maschi-femmine. Perché tra gli insegnanti si infortunano quasi solo le donne (nel 2017 sono state più di 13mila, circa il 90% del totale) mentre gli uomini hanno superato di poco quota 2mila. Discorso opposto per gli alunni: i ragazzi infortunati nel 2017 sono stati 46mila, le ragazze ‘solo’ 34mila.
Fortunatamente nella maggior parte dei casi gli incidenti sono di lieve entità. Circa 7 studenti su 10 si procurano una lussazione, una distorsione, una distrazione (38,8%) oppure una contusione (30,9%). Qui le femmine superano i maschi. Ma 1 su 4 (il 25,2%) si procura una frattura (e stavolta i ragazzi tornano in maggioranza). Il 4,5% una ferita. Tra i professori, invece, le fratture sono limitate a 1 caso su 5 (il 19,2%) mentre risultano molto più frequenti le contusioni (42,3%). Lussazioni, distorsioni e distrazioni sono il 32,1%. Le ferite il 4,9%. Un ultimo accenno alla distribuzione geografica degli infortuni: la regione nettamente più ‘pericolosa’ è la Lombardia (oltre il 20% degli episodi totali), seguita da Emilia-Romagna e Veneto (entrambe attorno al 10%). Ma qui il dato è strettamente legato all’ampiezza della popolazione studentesca.
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