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Tutela previdenziale per quarantena Covid – ORSA, “Grave errore non riconoscerla più come malattia. Quanti eviteranno il tracciamento?”

- 24/08/2021

Tutela previdenziale per quarantena Covid – ORSA, “Grave errore non riconoscerla più come malattia. Quanti eviteranno il tracciamento?”

 

24 AGO –  Il 6 agosto di quest’anno l’Inps ha sbalordito lavoratori e sindacati dichiarando che a far data dal primo di gennaio 2021, quindi con effetto retroattivo, “non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale” disposta dal comma 1 dell’art. 26 del decreto legge 18/2020, attraverso cui era stato opportunamente equiparato il periodo di quarantena e di isolamento fiduciario a quello della malattia. La misura introdotta, infatti, risulta priva delle adeguate coperture finanziarie e lo stesso Istituto, tra l’altro, ha specificato che darà seguito “al riconoscimento delle indennità economiche per le tutele di cui al citato articolo 26, commi 1 e 2, e al relativo accredito figurativo, entro i limiti di spesa e per i periodi sopra richiamati” (2020 e 2021), “provvedendo al recupero delle eventuali prestazioni di malattia indebitamente conguagliate e al conseguente aggiornamento degli estratti conto previdenziali dei lavoratori interessati”.
Al non riconoscimento delle tutele di cui sopra, si aggiunge peraltro quello per i lavoratori fragili di cui comma 2 dell’articolo 26, per i quali la prestazione non verrà più riconosciuta a partire dal 1 luglio 2021.

Una decisione, questa, che potrebbe avere, oltre che economici e di equità, anche risvolti molto gravi per la tutela della salute pubblica. Lancia l’allarme l’ORSA con una nota a firma di Mariano Massaro, segretario generale del sindacato, ed indirizzata al Presidente del Consiglio ed ai Ministri della Salute, del Lavoro e, per conoscenza all’INPS.

“A parere della Scrivente – scrive Massaro di Orsa – la mancata equiparazione del periodo di quarantena alla malattia ordinaria, oltre a determinare un grave pregiudizio per i lavoratori coinvolti, rischia di determinare ambiguità “d’inquadramento” rispetto al periodo di assenza “scontato” dal lavoratore, sia sul piano giuridico, sia sul piano retributivo/ contributivo e comporterebbe per lo stesso un grave pregiudizio economico con effetti retroattivi“.
“Tale circostanza – continua Massaro – tra l’altro, assumerebbe contorni paradossali considerando che le assenze per quarantena vengono imposte da norme ispirate alla tutela della Salute Pubblica. Inoltre, ravvisiamo il rischio che i lavoratori, per il concreto timore di subire un’importante remissione economica, che coinvolgerebbe verosimilmente anche più soggetti di uno stesso nucleo familiare, tentino di eludere il sistema di tracciamento o inducano, laddove possibile, malati covid conclamati a non dichiarare la possibilità che vi siano stati contatti a rischio.
Con la presente, pertanto, invochiamo un urgente intervento che consenta all’Istituto di assicurare le tutele previste dall’articolo 26 del decreto-legge n. 18/2020 fino al termine dell’emergenza sanitaria, salvaguardando le prestazione già erogate. Nelle more di quanto sopra, in attesa dell’auspicabile rifinanziamento della misura in oggetto, invitiamo le strutture in indirizzo ad attivarsi presso INPS, che legge per conoscenza, affinché congeli l’avvio di eventuali conguagli per i periodi pregressi” conclude Mariano Massaro.