Messina, 27 SET – La procura di Messina ha chiuso l’indagine per illecito finanziamento ai partiti a carico dell’ex senatore di Ala, Denis Verdini, accusato di illecito finanziamento ai partiti. L’indagine riguarda anche l’ex magistrato del Consiglio di giustizia amministrativa della Regione siciliana Giuseppe Mineo, indagato per corruzione in atti giudiziari. Anche a Mineo, come all’ex senatore, è stato notificato l’avviso di conclusione dell’indagine che precede la richiesta di rinvio a giudizio.
L’ex senatore di Ala Denis Verdini ebbe a luglio un avviso di garanzia e un invito a comparire per essere interrogato ma non si presentò all’interrogatorio. Il nome dell’ex politico compare nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex giudice del Cga siciliano Giuseppe Mineo.
Secondo la Procura di Messina, guidata da Maurizio De Lucia, attraverso una serie di passaggi societari, Verdini avrebbe ricevuto, a titolo di finanziamento del gruppo politico di cui era coordinatore, circa 300mila euro dall’avvocato Piero Amara, legale siracusano già coinvolto nell’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Siracusa”.
Anche ad Amara e al collega di studio Giuseppe Calafiore è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini. Il denaro sarebbe servito a indurre Verdini a sostenere la designazione di
Mineo al Consiglio di Stato. In effetti Mineo venne indicato dal Consiglio dei Ministri del Governo Renzi tra i possibili neo magistrati del Cds, ma la nomina venne stoppata a causa del procedimento disciplinare a cui il giudice era sottoposto. La vicenda si inquadra nell’inchiesta per corruzione giudiziaria che ha coinvolto Mineo, accusato di essersi interessato perché
fosse sovrastimato il danno chiesto, tramite ricorso amministrativo, da una ditta cliente di Amara, l’impresa Frontino “Open Land” impegnata in un contenzioso col Comune e la Sovrintendenza di Siracusa.
Il giudice era magistrato relatore in una delle cause. In cambio Mineo avrebbe chiesto la nomina al Cds, poi fallita, e 115mila euro, somma che Amara girò a un amico dell’ex giudice, l’ex presidente della Regione Giuseppe Drago che aveva bisogno di soldi per cure mediche.
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