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Comuni: sindaco nomina se stesso a capo dell’ufficio tecnico

- 27/09/2018

Regione siciliana manda un ispettore a Roccamena,nel palermitano

Palermo, 27 SET – Il sindaco di Roccamena, nel Palermitano, ha nominato se stesso a capo dell’ufficio tecnico del Comune e così l’assessorato regionale alle autonomie locali ha inviato un ispettore per verificare cosa sta accadendo nell’ente. La dirigente regionale, Margherita Rizza, con un decreto ha nominato il funzionario Domenico Mastrolembo Ventura a svolgere un’attività ispettiva negli uffici dell’amministrazione comunale diretta dal sindaco Tommaso Ciaccio. L’ispettore dovrà redigere una relazione entro 60 giorni.
La richiesta parte dagli esposti presentati dai consiglieri comunali Angelo Moscarelli e Antonino Napoli sulla bizzarra nomina fatta dal sindaco per se stesso. Una richiesta di verifica era arrivata anche dal deputato dell’Ars dei 5 Stelle Salvatore Siragusa su una delibera con la quale la giunta ha modificato la composizione dell’ente.

“L’auto-nomina del sindaco appare in violazione del vigente quadro normativo. Io sono stato assunto per concorso deliberato da una commissione straordinaria dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazione mafiose, che ha previsto che il capo ufficio tecnico fosse reclutato in quel modo. Il rapporto non è fiduciario e nasce per concorso. Ci sono due motivi di revoca previsti per legge: mancato raggiungimento degli obbiettivi, certificato dagli organismi di valutazione, e l’eventuale mancata esecuzione delle direttive del sindaco. Nel mio caso è stato certificato il positivo raggiungimento dei risultati e non mi è stato mai contestato nulla formalmente dal sindaco. L’auto-nomina mi sembra grave, serviva una delibera di giunta votata all’unanimità. Prima difendo l’ufficio, dopo, in separata sede, mi tutelerò”. Lo dice Salvatore Fiorentino ex capo ufficio tecnico del Comune di Roccamena.
“Ritengo da ingegnere – aggiunge Fiorentino – che non è possibile che non ci sia una competenza professionale per svolgere un ruolo tecnico di così grande responsabilità. E’ come dire che un medico, in comuni con un numeri di abitanti inferiore a tremila, per svolgere l’attività può non avere la laurea”.