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Rete civica “Partecipazione”: piste ciclabili (sbagliate), serve ascolto e soluzioni

- 11/12/2025
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Nota stampa RC “Partecipazione” – Marcello Scurria

Whataboutism”

È un neologismo inglese che indica la tecnica retorica, detta in italiano “benaltrismo”. Serve come tattica di difesa per non affrontare un punto scomodo, per sminuire la critica, giustificare il proprio comportamento o deviare il dibattito da un argomento scomodo.

Come rispondergli?

Riportando la discussione al punto principale! Basile si giustifica affermando che le piste ciclabili: “funzionano e si fanno anche in altre grandi città”. Invece di argomentare nel merito, cita ciò che accade da un’altra parte per giustificare una scelta. Della serie: “Se un intervento funziona altrove, allora funzionerà automaticamente anche qui”. È una semplificazione che ignora il contesto locale: il trasferimento di politiche urbane da una città all’altra senza un’adeguata analisi di compatibilità. Amsterdam ha tante ciclabili e quindi vanno bene ovunque. Basile, non basta un esempio per dimostrare la validità universale di un intervento. Le piste ciclabili vanno bene dappertutto? La risposta tecnica è no, non sempre!

Dipende da: densità abitativa e funzioni urbane, flussi di traffico, spazio stradale disponibile, connessioni con trasporto pubblico, morfologia del centro storico, abitudini di mobilità e distanze medie degli spostamenti. Una pista ciclabile può essere ottima in un contesto e problematica in un altro, se non integrata bene o se sottrae spazio vitale a pedoni, trasporto pubblico e privato.

Basile, tutto chiaro? Ascolta e confrontati con i Cittadini.

RC Partecipazione

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