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Il Ponte dei Sospiri: La Corte dei Conti gela Salvini con 5 pagine di rilievi

- 24/09/2025
salvini ponte
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L’entusiasmo si è sciolto come neve al sole. I proclami del ministro Salvini, le promesse di cantieri imminenti e l’aura di trionfo che ha avvolto il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina si sono schiantati contro il muro della burocrazia più rigorosa, quella della Corte dei Conti. In cinque pagine fitte di osservazioni, datate settembre 2025, i magistrati contabili hanno smontato pezzo per pezzo la Delibera CIPESS n. 41, quella che avrebbe dovuto dare il via libera definitivo all’opera. Non è una bocciatura formale, ma un diluvio di richieste di chiarimenti talmente vasto da suonare come un altolà. Il governo ha ora una manciata di giorni per rispondere, ma la strada per la posa della prima pietra appare improvvisamente più lunga e tortuosa.

I rilievi della Corte non sono semplici tecnicismi, ma affondano il coltello in questioni nevralgiche, mettendo in discussione le fondamenta stesse di un iter che il governo descriveva come solido e inattaccabile.

Un castello di carta senza motivazioni

Il primo, pesantissimo, affondo della Corte riguarda il cuore stesso della delibera: la mancanza di una vera motivazione. I magistrati scrivono nero su bianco che il provvedimento del CIPESS sembra più “una ricognizione delle attività” svolte dai vari attori istituzionali che “una ponderazione delle risultanze di dette attività”. In parole povere, il governo si sarebbe limitato a elencare i passaggi compiuti, senza però spiegare nel dettaglio perché le conclusioni raggiunte siano valide e fondate. Per un’opera di tale portata e impatto, la Corte si aspettava una “motivazione rinforzata” che, invece, è del tutto assente.

Un labirinto di vizi procedurali

La Corte dei Conti ha individuato una serie di passaggi a vuoto e forzature procedurali che minano la legittimità dell’intero processo.

  • L’Approvazione “Condizionata”: La delibera approvata viene definita “sospensivamente condizionata”. La sua efficacia è infatti subordinata alla registrazione di un altro decreto (quello MIT-MEF), che però è stato trasmesso alla Corte quasi contemporaneamente alla delibera stessa. Un pasticcio che, secondo i giudici, non è coerente con un ordinato svolgimento delle fasi e con l’esigenza di avere atti definitivi prima di procedere.
  • Il Fantasma dell’Unione Europea: Viene sollevato un pesante dubbio sulla delibera del Consiglio dei Ministri dell’aprile 2025 riguardo ai “motivi imperativi di interesse pubblico” (IROPI). La Corte chiede chiarimenti sulla sua compatibilità con le direttive europee (in particolare la Direttiva Habitat) e chiede aggiornamenti sull’interlocuzione già avviata con la Commissione Europea. Un’ombra, quella di Bruxelles, che potrebbe trasformarsi in un ostacolo insormontabile.
  • Pareri Mancanti: Come se non bastasse, i magistrati chiedono conto della mancata acquisizione del parere del NARS (Nucleo di consulenza per l’attuazione delle linee guida per la regolazione dei servizi di pubblica utilità) e contestano le motivazioni con cui si è esclusa la competenza dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti.

Un progetto vecchio e conti che non tornano

Anche quando si entra nel merito del progetto e dei suoi costi, le note della Corte si fanno ancora più taglienti.

  • Costi Fuori Controllo: Le perplessità sul piano economico-finanziario sono enormi. La Corte nota un disallineamento di oltre 27 milioni di euro tra l’importo asseverato dalla società di consulenza KPMG (€ 10.481.500.000) e quello approvato pochi giorni dopo nel quadro economico (€ 10.508.820.773). Ma non solo. Si chiedono spiegazioni dettagliate su una serie di voci di costo lievitate in modo anomalo rispetto alle previsioni iniziali:
    • Costi della sicurezza: passati da 97 milioni a oltre 206 milioni di euro.
    • Opere compensative: più che raddoppiate, da 130 milioni a quasi 267 milioni.
    • Servizi di ingegneria: anch’essi aumentati di oltre 100 milioni di euro.
  • Un Progetto Datato: Viene evidenziato come il progetto definitivo approvato si basi su quello del 2011, ma le “plurime prescrizioni e raccomandazioni” dettate da una delibera CIPE del lontano 2003 “risulterebbero non del tutto ottemperate”. In pratica, si sta andando avanti su un percorso vecchio senza aver prima risolto i problemi già evidenziati oltre vent’anni fa.

Alla fine della fiera, gli annunci trionfalistici del Ministro Salvini devono ora lasciare il passo a risposte concrete, documentate e convincenti. La Corte dei Conti ha concesso 20 giorni per fornirle. Trascorso questo termine, deciderà “allo stato degli atti”. Il grande cantiere del Ponte, oggi, assomiglia più a un castello di carte pericolosamente vacillante.

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