128 views 7 min 0 Comment

IN VIAGGIO VERSO GAZA. SECONDA PUNTATA: COSA E’ SUCCESSO?

- Editoriale
29/08/2025

Antonio Mazzeo: il portavoce dei diritti negati. Un nuovo candidato all’orizzonte? Forse. Anzi. Assai probabile…

berte

DI FABRIZIO BERTE’

SECONDA PUNTATA – Cosa è successo?

Riavvolgiamo il nastro. Perché Antonio Mazzeo è diventato famoso?

Alle 22.42 di sabato 26 luglio i marines israeliani hanno abbordato e poi rimorchiato la “Handala” della “Freedom Flotilla” che voleva forzare il blocco marittimo al largo della Striscia di Gaza. Un film già visto appena un mese prima.

La protagonista? La nota ventiduenne Greta Thunberg. La giovane svedese con un piccolo equipaggio aveva deciso di navigare con la “Madleen” noleggiata sempre dalla “Freedom Flotilla Coalition” per portare solidarietà e beni di prima necessità e giocattoli ai bambini palestinesi. Ma lo scorso 9 giugno la “Madleen” è stata abbordata dalle forze israeliane mentre si dirigeva verso Gaza. La marina israeliana ha fermato la barca e ha trasferito i passeggeri all’aeroporto di Tel Aviv. E lì sono iniziati i rimpatri. Alcuni attivisti tra cui Greta Thunberg sono stati espulsi e rispediti a casa. Il 13 luglio il secondo tentativo.

Un film già visto. Il peschereccio “Handala” della “Freedom Flotilla Coalition” ha raggiunto Siracusa e poi è partito da Gallipoli. A bordo c’erano 21 passeggeri e membri dell’equipaggio che canticchiavano “Bella Ciao”. Tra cui 2 italiani: l’insegnante di educazione fisica messinese Antonio Mazzeo e l’attivista e skipper barese Tony La Piccirella. I 21 hanno voluto ripercorrere le orme della più nota Greta Thunberg. In tutti i sensi. Anche perché sapevano già come sarebbe andata a finire. Un copione già visto. Tanto che lo stesso Antonio Mazzeo aveva diffuso un videomessaggio ancor prima che la vetusta imbarcazione venisse abbordata. Ma come faceva a saperlo? Antonio Mazzeo è atterrato all’aeroporto di Roma alle 11.05 di lunedì 28 luglio. E fortunatamente stava bene. A Fiumicino però assieme ai suoi sostenitori e ai tanti attivisti e membri di organizzazioni più o meno valide c’era la polizia di frontiera che lo ha atteso e probabilmente lo ha anche interrogato su un’iniziativa inconcludente.

Eppure tutti ancora ringraziano Antonio Mazzeo. Ma per cosa? Lui intanto ha negato di essere stato interrogato dalle forze dell’ordine al momento del suo arrivo nella Capitale: “Mi hanno solo scortato”. E il suo cellulare? “Era finito in mare – ha detto – Per motivi di sicurezza”. Ma come? Un “giallo”. E al suo rientro in Italia il docente messinese ha presentato un esposto-querela contro il governo israeliano al comando provinciale dei carabinieri di Messina.

6 – Il metodo:

mazzeo

Ma qui bisogna aprire un altro capitolo: il metodo.

Quanti beni di prima necessità può portare una vecchia carretta come la “Handala” già carica di equipaggio e passeggeri-attivisti e che ha dovuto appendere sulla facciata dell’imbarcazione e sulle ringhiere giocattoli e peluche? Pochissima roba. E quindi probabilmente tutto si giocava sulle velleità dei viaggiatori. Tra cui il docente scolastico messinese.

A riprova di un’operazione di sola propaganda il videomessaggio preregistrato di Antonio Mazzeo che parlava dell’attacco delle forze di difesa israeliane ancor prima che questo avvenisse.

Antonio Mazzeo: il portavoce dei diritti negati. Un nuovo candidato all’orizzonte? Forse. Anzi. Assai probabile. E lo stesso Antonio Mazzeo ha confermato indirettamente in un’intervista rilasciata a “Glomeda” i grandi risultati raggiunti: “Abbiamo superato il dolore, la frustrazione e la delusione. È fallito il tentativo di regalare un minimo di serenità alle sorelle a ai fratelli palestinesi della Striscia di Gaza. E non siamo riusciti a consegnare il cibo, i medicinali e soprattutto i giocattoli che ci hanno dato i bambini di Siracusa e di Gallipoli per i bambini di Gaza. Ma non possiamo non dare una valutazione politica positiva in termini di visibilità. Non solo nazionale. E i manifestanti di tutti i continenti hanno visto la nostra missione”.

7 – Tra incongruenze e contraddizioni:

La “Handala” galleggia a stento con 21 passeggeri-attivisti con annessi e connessi. Quante tonnellate di aiuti umanitari avrebbe potuto portare? Ben poco. Poteva portare medicinali a bordo? Probabilmente no. Ma Antonio Mazzeo ha dichiarato che sull’imbarcazione c’erano anche medicinali. Ma soprattutto giocattoli. La maggior parte regalati dai bambini e dalle bambine di Gallipoli e di Siracusa. Un’operazione probabilmente di sola portata pubblicitaria e che ha messo tra l’altro in difficoltà le cancellerie di paesi che stanno cercando effettivamente di inviare legalmente e concretamente migliaia di quintali di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza.

E non finisce qui. È consentito un numero così elevato di passeggeri per un’imbarcazione così arrangiata come la “Handala”? Come mai la polizia di frontiera di Gallipoli non è intervenuta per identificare il numero dei passeggeri-attivisti? E quella di Siracusa? Perché all’aeroporto di Fiumicino la polizia italiana come ha detto Antonio Mazzeo non ha interrogato l’insegnante-attivista sul viaggio ma lo ha solo scortato fino al punto-stampa in cui ha rilasciato le interviste? Un altro “giallo”.

Altri particolari? Ne parleremo nella prossima puntata.