
Chi è il politico di “Sud chiama Nord” che ha presentato 140 emendamenti? Nelle intercettazioni l’ordine di Galvagno: “Non tutti in fila, sennò sono facilmente individuabili”.

PALERMO – Dalle carte dell’inchiesta che lambisce i vertici della Regione Siciliana emerge una figura tanto centrale quanto misteriosa, protetta dai segreti dell’istruttoria, presente nelle intercettazioni: “Uomo 56“. Non un nome, ma un codice per identificare quello che appare come un collettore di richieste di finanziamento per conto del movimento “Sud chiama Nord”. La domanda, a fronte dei fatti registrati dalla Guardia di Finanza, sorge spontanea: chi è “Uomo 56”?
Il suo operato, secondo le informative del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, è significativo. È lui, “Uomo 56”, ad aver “portato 140 emendamenti” al momento della cruciale suddivisione dei contributi in manovra di bilancio. Una valanga di richieste di fondi, tutte minuziosamente “parcellizzate a 100 a 100, a 50“, con un obiettivo geografico ben preciso: “ha fatto tutta la Provincia di Messina”.
L’azione di “Uomo 56” è talmente massiccia da mettere in allarme lo stesso Presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, che, intercettato, fa i conti ad alta voce: “ma 140 emendamenti a 100 mila euro sono 14 milioni di euro, non può essere”. Un importo che, sebbene poi ridimensionato a circa “6 milioni di euro di spesa” dall’interlocutore del presidente, dà la misura della potenza di fuoco messa in campo dal misterioso politico.
Chi può essere “Uomo 56”? Di certo un politico con un forte radicamento nel messinese, capace di tessere una fittissima rete di richieste di contributo, tanto da poter “coprire” un’intera provincia. Un uomo di fiducia di “Sud chiama Nord”, in grado di canalizzare un flusso di denaro pubblico così ingente da richiedere, secondo le stesse intercettazioni, una strategia per occultarne l’origine.
È lo stesso Galvagno, infatti, a suggerire la via per non dare nell’occhio. Una volta appreso il volume di fuoco di “Uomo 56”, il Presidente dell’ARS approva e indica la procedura da seguire: “No vabbé devono rimanere… intanto caricaglieli. Scriviamo nel maxi emendamento che dobbiamo distribuire non li scriviamo tutti di fila quelli di Uomo 56, perché sennò sono facilmente individuabili“.
Parole che delineano il profilo di “Uomo 56” non solo come un semplice portatore di istanze, ma come il terminale di un’operazione politica e finanziaria così rilevante da dover essere mimetizzata all’interno del “maxi emendamento” per sfuggire a sguardi indiscreti.
Mentre il segreto istruttorio ne protegge l’identità anagrafica, i fatti emersi dalle registrazioni ne hanno già definito il ruolo. Resta l’interrogativo: chi è il potente “Uomo 56”?
